La tensione tra l’avvocato del popolo e l’ex numero uno della Bce resta alta, altissima. Nell’entourage dell’ex premier si continua a negare l’intenzione di Giuseppe Conte di aprire una crisi in una fase tanto delicata come quella dell’Italia di oggi, ma i segnali sembrano suggerire l’opposto. E Mario Draghi dovrebbe seriamente prestare attenzione non tanto a quel che il leader pentastellato dice, ma a ciò che fa. La guida del M5s, da sempre particolarmente attenta a sondaggi e appeal sui social (tutto il contrario del pragmatico ex governatore di Bankitalia), pare si stia convincendo, giorno per giorno, che la strategia del «campo largo» non giovi al suo partito.
L’adesione al “governo senza aggettivi” non starebbe premiando troppo i grillini: l’ultimo indizio dal dato sui consensi nel recente sondaggio Ipsos per il «Corriere della Sera» che dà il M5S al minimo dopo il 32,7% del 2018. Da qui il bisogno di cambiare rotta e al più presto. In che maniera? Conte potrebbe già prima dell’inizio dell’estate uscire dal governo Draghi.
Come la goccia che scava la roccia non per la sua forza ma per la sua costanza, Giuseppe Conte starebbe ripetendo ovunque e, a qualsiasi ora del giorno e della notte, di essere contrario all’invio di nuove armi. Una specie di mantra ormai per il leader del M5s. Ricordate cosa aveva detto giorni fa? «Il governo non è nato con un mandato politico per affrontare questa guerra». E ieri su «Il Fatto quotidiano» la vicepresidente Taverna ha lanciato un segnale ben preciso: «Il governo? Non si resta a ogni costo». La trappola al presidente del consiglio potrebbe arrivare il 21 giugno, quando Draghi sarà in Senato per fare delle comunicazioni, due giorni prima del Consiglio europeo. I grillini starebbero già preparando una risoluzione contro gli aiuti all’Ucraina, che potrebbe rivelarsi infida per la tenuta dell’esecutivo.
Come rileva Claudio Bozza su «Il Corriere» “Mariolina Castellone, capogruppo a Palazzo Madama che si è assai avvicinata all’ex nemico Conte, starebbe discutendo i contenuti del documento anche con pezzi di Lega che, sulle armi, la pensano come il leader M5S (e soprattutto come Salvini)”. E potrebbe essere proprio quest’incidente politico a portare l’avvocato del popolo ad uscire dal governo. Entro fine giugno, poi, si dovrà votare il «dl aiuti» con norme pro inceneritori. Insomma quella che viene si preannuncia come un’estate calda. Ma che dico: rovente. Come riuscirà Super Mario a tener testa a tutto come ha fatto finora? “Lo scopriremo solo vivendo”.