La storia letta solo da una visione di parte e una proposta geopolitica per superare il conflitto mirata solo a criminalizzare l’Occidente e a consegnare l’Ucraina e il suo popolo agli invasori russi. Si può riassumere così la settimana pro Putin organizzata dal Fatto Quotidiano, conclusasi lo scorso primo luglio con l’evento online “La guerra delle idee” dove Marco Travaglio, Peter Gomez, Antonio Padellaro, Domenico De Masi, Donatella Di Cesare, Fabio Mini, Barbara Spinelli, Massimo Fini e, ovviamente, l’immancabile Alessandro Orsini (mancavano solo Michele Santoro, Pippo, Pluto e Topolino!) si sono alternati negli interventi per raccontarci come da oltre mezzo secolo sia stato l’occidente a tenere alto il livello della tensione provocando la Russia e infrangendo l’impegno a “non espandere la Nato ad est”. Insomma, la solita solfa: è tutta colpa della Nato che “ingloba” progressivamente paesi ex sovietici – il dubbio che questi popoli scelgano liberamente, con la richiesta di entrare nell’alleanza atlantica, percorsi di autonomia e democrazia neanche li sfiora! – per dare fastidio al Cremlino.
Una visione un bel po’ semplicistica e molto di parte, che culmina, tanto per cambiare, con le accuse di nazismo agli Azov e a Zelensky di essere un incapace burattino nelle mani della Nato. Il copione, insomma, è sempre lo stesso, carico dei capisaldi della retorica filo putiniana: la “guerra per procura”, il “nuovo ordine mondiale”, “la Russia attacca per reazione”, “no alle armi”, “basta aiuti a Zelensky”, “tutta colpa del mainstream” e chi più ne ha più ne metta.
“Ho subito detto che avremmo dovuto fare concessioni territoriali importanti a Putin” mette immediatamente le mani avanti l’ospite d’onore della reunion dei putiniani italiani, il professore di Sociologia del terrorismo della Luiss Alessandro Orsini (sì, proprio lui, quello dei “bambini contenti sotto la dittatura”). Così, tanto per chiarire subito dove andrà a parare il suo intervento. “L’Occidente ha abbandonato l’Ucraina, se porteremo avanti la strategia di espandere la Nato avremo altre guerre – continua -. Quello che sta facendo oggi con l’Ucraina Putin lo farà domani anche con la Finlandia appena ne avrà la possibilità. La Nato è una macchina impazzita che nessuno controlla. La sua espansione non serve ai diritti dei disoccupati italiani o degli omosessuali. La Nato è un sistema autopoietico. Un sistema chiuso come quello economico che non prende in considerazione i bisogni e desideri dei poveri”. Una sequela di sciocchezze che però stavolta perdono il gradino più alto del podio a fronte delle baggianate della giornalista e scrittrice Barbara Spinelli, la quale arriva a dire che “è migliore la censura in Russia rispetto all’autocensura e al conformismo militante che c’è da noi in Italia con le liste di proscrizione che bollano come putiniani i pareri disallineati”. Insomma, l’ennesimo teatro dell’assurdo e della propaganda filo russa.