Prima la cronaca. Intorno alle 15.30 un raid aereo russo ha distrutto un ospedale pediatrico a Mariupol. Lo ha riferito su Facebook il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, citato da Ukrinform, mostrando in un video le immagini dei detriti, mentre ancora si stavano cercando di evacuare i civili attraverso il corridoio umanitario.
È stato colpito il reparto di maternità e di ginecologia. Almeno 17 persone sono rimaste ferite secondo il capo dell’amministrazione militare della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. Si tratta di donne in gravidanza o che avevano appena partorito o personale dell’ospedale.
Poi le reazioni. Il presidente ucraino Zelensky ha immediatamente condannato l’attacco e ha invocato nuovamente la no flyzone sul paese. “È orribile vedere l’uso barbaro della forza contro civili innocenti”: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Anche il segretario di stato vaticano Pietro Parolin non è stato da meno: “È inaccettabile che si bombardi un ospedale. Non ci sono ragioni, né motivazioni per farlo”.
Forse bisognerebbe cominciare a dire la verità senza infingimenti: la Russia è uno stato assassino, uno stato canaglia, uno stato che in sfregio al diritto internazionale, ai minimi valori di rispetto, pace e libertà, ha deciso di invadere una nazione senza un vero perché e di massacrare un intero popolo che, semplicemente, non vuole subire il suo giogo.
Che fare? Il più possibile. Perché se l’Occidente subisce questa volta il ricatto di Putin subirà anche il prossimo e poi quello dopo ancora. La sensazione è che di fronte a questa carneficina Europa e Usa stiamo ancora arrancando nella speranza di ridurre tutto questo a un incidente della storia. Mai errore più grande. Un errore che pagheremo caro, molto caro