La Resistenza non è una faccenda di sinistra. Nossignori: la Resistenza è un fatto storico che appartiene alla nazione, non ad una fazione. Ha ragione Aldo Cazzullo che, oggi, sul Corriere della Sera, ricorda come “il nazifascismo fu sconfitto da uomini di destra come Winston Churchill e Charles de Gaulle” e che “tra i partigiani c’erano uomini di ogni fede politica: comunisti, socialisti, azionisti, liberali, cattolici, monarchici, e tanti ragazzi di vent’anni e anche meno, che non sapevano neppure cosa fosse un partito, ma non volevano obbedire ai bandi Graziani e combattere per il Duce e il Führer”.
E ci furono molti modi di dire di no ai nazifascisti: “un no – scrive Cazzullo – che fu pronunciato da uomini e donne, ebrei e carabinieri, militari e suore, contadini e sacerdoti”. Questa è storia. La Storia, e non è assolutamente possibile che la Resistenza venga rivendicata come un evento di sinistra e che un canto di liberazione come “Bella ciao” venga criminalizzato e considerato un inno politico.
Tutto questo è un “mezzo disastro”, scrive ancora Cazzullo. “Non dobbiamo sopravvalutare qualche imbecille che in passato ha vergognosamente fischiato la Brigata Ebraica. Ma non dobbiamo neppure abituarci né a questo, né in generale alla denigrazione della Resistenza e alla sua lettura ideologica”.