“In guerra la prima vittima è la verità” scriveva il tragediografo greco Eschilo. E anche in questa guerra la propaganda oscura continuamente la verità, in un caleidoscopio di notizie, palesemente false che, comunque fanno breccia in tanta parte di opinione pubblica anestetizzata e dipendente dai social network.
Una inchiesta della BBC dello scorso 11 aprile ha portato alla luce una vera e propria rete di gruppi Facebook (circa 650mila utenti in tutto il mondo) dediti a controinformazione filorussa che descrivono Putin come leader del mondo libero e ne enfatizzano le gesta giustificandone, anzi esaltandone, l’invasione a danni dell’Ucraina. In una operazione, nota come “astroturfing”, cioè la moltiplicazione fittizia di consenso apparente tramite gruppi social amministrati dalle medesime persone, questi gruppi hanno fatto registrare un notevole balzo di utenti a partire dall’inizio della guerra.
Uno dei Paesi più colpiti da questo fenomeno – manco a dirlo – è proprio l’Italia. Una vera e propria industria del falso che attraverso la diffusione ad arte di fake news colpisce parte degli utenti sedotti dall’illusione di essere ammessi al ristretto circolo della “Verità vera” contro il mainstream e il pensiero unico. Insomma, schemi già visti durante la pandemia che si ripropongono come una costante e che polarizzano le posizioni in una cieca e fanatica ideologia, sponsorizzata (e finanziata?) direttamente dal Cremlino.
C’è chi di questa arte ha fatto un vero e proprio mestiere, invero anche assai redditizio.
Ad esempio, Yulia Barazova, giornalista italo-russa, istitutrice del premio internazionale Pushkin e segretario generale dell’associazione “Amici della Grande Russia” che dal 2020 è ufficialmente lobby presso il Parlamento Italiano. In particolare, “Amici della Grande Russia” è impegnata nel Parlamento italiano per promuovere attività di scambio reciproco tra Italia e Russia dal punto di vista socio-culturale ed economico e per curare gli interessi diffusi delle comunità russe in Italia. Insomma, una filorussa per mestiere ben addentellata nelle stanze del Parlamento Italiano.
Nel 2015 la Barazova incontra Gianfranco Vetusto (un passato da segretario della Lega Sud di Ausonia e poi candidato nel 2013 per la Lega Nord a Milano) e lo pone in contatto con Russia Today, testata russa messa al bando dalla Commissione Europea il 2 Marzo scorso.
Da Nord a Sud l’attività di Vetusto non si risparmia nella promozione di legami tra Italia e Russia nell’esaltazione di Vladimir Putin, fino a creare una vera e propria testata online, Russia News, che oggi dirige insieme a Eva Bergamo e che costituisce una delle principale fonti di disinformazione filorussa. La tesi di fondo di Vetusto, che non esita a sciorinare anche innanzi alle emittenti nazionali (da Rete 4 a La7), le quali ancora incredibilmente lo invitano, è quella di un’alleanza di ferro fra il popolo italiano e quello russo rimasta salda anche in questa guerra contro l’Ucraina.
Secondo Vetusto, infatti, solo una minoranza politicizzata dell’opinione pubblica nostrana sarebbe avversa Putin. E, a condimento di tali fesserie, la fedele Eva Bergamo firma la maggior parte degli articoli di disinformazione, compresi quelli in cui si accusa l’Ucraina di essere nientemeno che un Paese satanista. In questa rocambolesca inversione della realtà c’è tutta la cifra di questi personaggi finiti sotto la lente di ingrandimento di siti specializzati in fact-checking che ne hanno smontato le bugie interessate con cui infestano la rete.
In Italia, almeno cinque gruppi Facebook con circa 40mila iscritti erano stati censiti al 13 aprile 2022. Si tratta di gruppi amministrati in pieno stile astroturfing, che pubblicano a ciclo continuo contenuti pro-Russia (dal culto della personalità per Putin) e falsità varie sulla guerra. Da Bucha alla presunta esistenza di laboratori biochimici americani in Ucraina, dalla denazificazione del popolo ucraino alle teorie duginiane del Grande Reset e del Grande Risveglio.
Propaganda costante che trova nella rete un veicolo di ramificazione a progressione geometrica secondo alcuni abilmente orchestrata dal Cremlino con l’obiettivo di condizionare l’opinione pubblica italiana e quelle fasce di essa sensibili a teorie complottiste. E – indovinate un po’ – chi è l’anima di alcuni di questi gruppi e amministratore degli stessi? Proprio quel Gianfranco Vetusto assieme alla sodale Eva Bergamo. Purtroppo pare che l’operazione di dinformatija stia dando i suoi frutti avvelenati se in un articolo odierno di Ilvio Diamanti su Repubblica si segnala che un italiano su quattro ritiene che le notizie e le immagini dei massacri compiuti siano largamente false o comunque pilotate, amplificate e costruite ad arte dal governo su ispirazione di Voloydymir Zelensky per delegittimare Putin e criminalizzare l’esercito russo. E, dato, ancora più sconcertante, la maggior parte di questi neonegazionisti sta a destra.