Sono quelli nati dopo gli anni Duemila, hanno conosciuto un solo uomo al potere e sono cresciuti nell’era di Internet. Se la prendevano con l’oppositore russo Aleksej Navalny e promuovevano la campagna per la rielezione del presidente Vladimir Putin tanto da ricevere sovvenzioni dal Cremlino.
Si chiamavano “Generazione Z”, ma dopo il 24 febbraio gli attivisti del movimento giovanile di San Pietroburgo, un tempo filo-governativo, si sono sentiti traditi e hanno deciso di cambiare nome. Quella Zeta, diventata il famigerato simbolo di sostegno alle truppe in Ucraina in tempi di cosiddetta “operazione militare speciale”, era diventata troppo ingombrante. Di più: per loro era diventata sinonimo di “catastrofe” e “lutto”. D’ora in poi l’organizzazione si chiamerà “Generazione Global” e si concentrerà sul “patriottismo locale” cercando di battersi per lo sviluppo dei giovani e dei territori.
“Il nostro simbolo doveva unire e riconciliare, non dividere”, ha raccontato il leader del movimento Rinat Evstigneev a Rotonda, media di San Pietroburgo, che è stato ripreso da Repubblica. “Il fatto che il mio Paese sia coinvolto in un conflitto militare mi rattrista molto. Ma ancora più mi sconvolge che ci siano molti esempi di posizioni entusiaste. Sinceramente non saprei di che cosa rallegrarmi. Del fatto che la gente lì stia morendo? È un lutto, non una celebrazione. Dovrebbero tutti fare del loro meglio per salvare vite umane da entrambe le parti al fine di porre fine a questa catastrofe il prima possibile”.
Parole chiare e forti che più tardi, dopo essere stato tempestato di chiamate, Evstingneev ha provato a smorzare: “Non abbiamo cambiato il nostro nome per protesta. La ridenominazione non ha sfumature politiche”. Ma ha ammesso però che la lettera Z nella Russia di oggi ha assunto un significato diverso e che, all’interno del movimento, ci sono “giovani che la pensano in un altro modo”.
Facile immaginare le pressioni subite da Evstingneev, per anni assistente del vice locale di Russia Unita Andrej Anokhin. Nel 2017, anno della fondazione del movimento “Generazione Z”, lo aveva aiutato a organizzare una “battaglia rap” con un altro deputato (battaglia persa) e l’anno dopo a inscenare un finto dibattito con una foto di Aleksej Navalny incollata su una scatola di cartone. Mentre nell’agosto 2019, i membri di “Generazione Z” avevano organizzato varie “provocazioni” per boicottare le manifestazioni dell’opposizione per elezioni municipali eque.
Nel 2018, anno delle presidenziali, Evstingneev aveva anche fatto parte del quartier generale della campagna elettorale di Putin. Allora sperava, ha detto a Rotonda , che “ci fossero i prerequisiti oggettivi per le riforme, il dialogo, il trasferimento del potere, la rotazione delle élite”. Speranze che, ha riconosciuto oggi, sono state tradite.