Marina Ovsyannikova, la giornalista russa che a marzo scorso si presentò in diretta davanti alle telecamere della tv sovietica con un cartello contro il regime e contro l’invasione dell’Ucraina, è stata inserita dal Cremlino nella lista dei ricercati. La donna, che nonostante gli arresti domiciliari non ha mai smesso di protestare contro Putin e contro la sua sanguinosa guerra, sarebbe scomparsa. Né il suo avvocato né l’ex marito, infatti, hanno più notizie di lei, ma non è chiaro come abbia fatto la Ovsyannikova, per cui è scattato un mandato d’arresto, ad evadere dai domiciliari a cui era costretta in attesa del processo.
La giornalista, ex impiegata della tv di stato, è accusata dal regime di Putin di “diffusione di informazioni false sulle forze armate russe”, sulla base di una nuova legge liberticida che imbavaglia la libertà di stampa e punisce con 15 anni di carcere chi osa criticare l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe dello zar. Grazie a questa legge sono già stati arrestati alcuni tra i più importanti oppositori russi.
Della donna non si hanno notizie, non è chiaro che fine abbia fatto, probabilmente è in fuga. Ma se finisse nelle mani delle autorità russe certamente sarebbe condotta in carcere.