La Cina ha da tempo adottato una serie di misure rigorose per proteggere la sicurezza nazionale e combattere lo spionaggio, ma la campagna di coinvolgimento del popolo, lanciata dal Ministero della Sicurezza di Stato, con l’apertura di un account su WeChat per ricevere segnalazioni, è solo un altro strumento per sorvegliare e controllare la popolazione. Piuttosto che promuovere una società aperta e inclusiva, il governo cinese cerca di spingere i cittadini a diventare occhi e orecchie del regime, una sorta di esercito di spie al servizio del potere. sollevano preoccupazioni riguardanti la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Vi è stato inoltre l’ampliamento delle maglie della legge anti-spionaggio il mese scorso. Sebbene lo spionaggio possa rappresentare una minaccia legittima alla sicurezza di qualsiasi nazione, è essenziale garantire che queste misure siano bilanciate e rispettose dei diritti fondamentali dei cittadini.
La Cina ha un’ampia storia di censura e sorveglianza di massa, e questa nuova legge e campagna potrebbero accentuare ulteriormente questi problemi. Già nel 2016, è stata istituita la Giornata annuale dell’educazione alla sicurezza nazionale, durante la quale sono state promosse iniziative volte a sensibilizzare il pubblico sulla minaccia dello spionaggio straniero.
Tuttavia, con l’intensificarsi della narrativa sulla sicurezza nazionale e le continue preoccupazioni riguardanti lo spionaggio, l’attuale campagna potrebbe avere un impatto più significativo sul coinvolgimento dei cittadini nella lotta contro questa minaccia. La partecipazione attiva del popolo cinese nella segnalazione di attività sospette, ancora di più se accompagnata da un sistema di ricompense per chi denuncia, porterà a denunce infondate e favorirà un clima di sospetto e paura.
Ma il problema non è solo l’accusa infondata del vicino di casa, chi mette davvero paura è, come sempre in uno stato particolarmente autoritario, lo stato stesso. L’ampia definizione di spionaggio all’interno della legge potrebbe essere utilizzata per reprimere l’opposizione politica e limitare la libertà di stampa e di ricerca. I giornalisti e gli accademici stranieri presenti in Cina potrebbero trovarsi a rischio di essere accusati di spionaggio semplicemente per aver cercato di raccogliere informazioni critiche sul paese.
Le nuove misure concedono alle autorità poteri estesi, tra cui l’ispezione di strutture, apparecchiature e dispositivi digitali delle persone sospettate di spionaggio. Questo potrebbe tradursi in un aumento della sorveglianza e del monitoraggio delle attività online, minacciando la privacy e la sicurezza dei cittadini e delle imprese straniere.
I problemi poi si estendo, naturalmente, anche alle imprese straniere presenti in Cina, ora se possibile di fronte a una maggiore incertezza e rischi. Già in precedenza tuttavia la situazione era abbastanza complessa. Numerose aziende hanno subito azioni punitive da parte delle autorità cinesi sulla base delle accuse di spionaggio o di minacce alla sicurezza nazionale. Queste azioni spesso mancano di trasparenza e di una base legale chiara, portando a incertezze legali e operazionali per le imprese straniere.
Ad aprile dello scorso anno, diverse società straniere hanno sperimentato incursioni e interrogatori da parte della polizia cinese. Un esempio è stato l’ufficio di Shanghai di Bain & Company, una società di consulenza statunitense, dove i dipendenti sono stati interrogati e dispositivi elettronici sono stati sequestrati. Anche altre aziende straniere hanno subito azioni simili, inclusa la società statunitense Mintz e la casa farmaceutica giapponese Astellas.
La nuova legge sul controspionaggio e la campagna di coinvolgimento del popolo della Cina rappresentano una minaccia per i diritti umani, la libertà di espressione e la privacy dei cittadini e delle imprese straniere. Queste misure dimostrano chiaramente il desiderio del governo cinese di mantenere un controllo totale sulla società e di reprimere qualsiasi forma di opposizione. È importante che la comunità internazionale prenda atto di queste violazioni e si opponga fermamente a tali pratiche oppressive da parte del governo cinese.