Un vento da stamani agita la campagna elettorale: arriva da Mosca. Stiamo parlando dei soldi russi ai partiti in giro per il mondo, di quel rapporto dell’intelligence Usa, secondo cui il Cremlino avrebbe finanziato con almeno 300 milioni di dollari partiti e candidati in oltre 20 Paesi, anche in Europa. Al momento non è emerso alcun coinvolgimento del nostro Paese, ma non è escluso che nei prossimi giorni possano essere resi noti altri dettagli sull’informativa degli 007 Usa. Quello che si augurano gli elettori è che nessun partito abbia intascato un solo rublo. “Chissà Se tutti i leader dei partiti italiani potrebbero giurare sulla Costituzione di non aver preso soldi da Mosca”, scrive oggi sui social Filippo Rossi, fondatore della “Buona Destra” e militante di “Azione”.
Sulla delicata questione, come dicevamo, è intervenuto Adolfo Urso, presidente del Copasir, l’organismo parlamentare di controllo sui servizi: «Mi sono confrontato con l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica Franco Gabrielli» sul rapporto dell’ intelligence Usa che riferisce di finanziamenti della Russia a partiti di Paesi esteri «ed al momento non esistono notizie che ci sia l’Italia» tra i Paesi coinvolti. Parole che non hanno però smorzato le polemiche, i leader di partito sono andati alla carica: il ministro degli esteri Luigi Di Maio questa mattina è tornato a chiedere una commissione di inchiesta sulle ingerenze russe. Il leader della Lega Matteo Salvini, dal canto suo, parla di bufale e minaccia querele: «Mai chiesti e mai presi soldi, rubli, euro, dinari, dollari dalla Russia. Strano che ogni volta, a dieci giorni dal voto, arrivino queste fake news. Da anni ci sono indagini aperte, non è mai stato trovato nulla perché non c’è nulla». A chi ha rinfacciato al segretario del Carroccio sue posizioni più morbide con la Russia, lui si è sentito di rispondere così: «Altra cosa è lavorare per la pace. Mi sembra che qualcuno soprattutto a sinistra usi questa storia per non parlare di Italia, di bollette, cartelle e lavoro».
«Ovviamente è importante sapere se le scelte che alcuni fanno sono convinte o imbeccate da qualcuno», ha detto la leader di Fratelli di Italia Giorgia Meloni. Guido Crosetto, appena diffusa la notizia, aveva parlato di «alto tradimento». La Meloni ha scelto toni più leggeri: «L’Ue ha fatto degli esempi nei mesi scorsi, mi pare che l’Italia venga citata poco. Sappiamo come la Russia abbia tentato in questi anni di aumentare la sua sfera di influenza economica e politica». Antonio Tajani ha commentato così quanto successo: «Una cosa è certa: Forza Italia non ha mai ricevuto aiuti di alcun tipo dalla Russia. Chi si faceva riempire le casse di rubli era il Partito comunista italiano». Il capo dei dem Enrico Letta chiede «un chiarimento del governo prima del voto». Il fondatore di Azione Carlo Calenda ha scritto sui social: «I nomi dei politici e/o dei partiti italiani che hanno ricevuto finanziamenti dalla Russia devono essere resi noti prima del voto. Si tratta di un elemento fondamentale per compiere una decisione consapevole il 25 settembre».
Anche Ursula von der Leyen, nel discorso sullo Stato dell’Unione, è intervenuta sulle interferenze degli «autocrati stranieri che prendono di mira i nostri Paesi»: «Dobbiamo proteggerci meglio. Per questo motivo presenteremo un “pacchetto per la Difesa della democrazia”».