“Sarei rimasta volentieri nella mia casa, quella per la quale ho lavorato tanto tempo, se solo la mia casa avesse avuto rispetto per i cittadini, i loro bisogni e le loro speranze”. Non ha dubbi Mara Carfagna sulla decisione di lasciare Forza Italia e, intervistata da Il Messaggero che le domanda cosa le direbbe Silvio Berlusconi, risponde più che convinta che mai: “So cosa direi io a Berlusconi: ma li hai visti i dati sull’economia? Lo hai visto il boom dei posti di lavoro? Non ti viene il dubbio che era meglio aspettare otto mesi e andare al voto alla scadenza ordinaria, dopo aver messo in sicurezza il Paese?”.
Insomma, dall’addio a Forza Italia all’alleanza con il Pd, il passo sembra piuttosto lungo: “Alleanza è una parola esagerata – spiega la ministra per il Sud – Abbiamo sottoscritto un patto elettorale, costretti da una legge che praticamente obbliga agli accordi, pena l’irrilevanza. E’ un patto fondato sulla continuità del Piano di Ripresa e del metodo Draghi, di cui proprio in questi giorni incassiamo i primi risultati: il 3 per cento di crescita nel primo semestre 2022, più della Germania, e i dati record sull’occupazione con 400 mila nuovi assunti”.
“È un patto – continua – per difendere la ripresa italiana messa a rischio dall’irresponsabilità del Movimento 5 stelle, della Lega e purtroppo di Forza Italia. Dovevo scegliere se stare dalla parte di quel metodo di governo, oppure dalla parte di chi ha distrutto tutto per accelerare di pochi mesi il voto. Potevo comodamente restare sul carro dei presunti vincitori, dove un posto mi era stato assicurato. Ho scelto in coerenza con le mie idee e la mia storia liberale e moderata”.
“Dopo il governo di salvezza nazionale – osserva infine la ministra – all’Italia serve un patto di salvezza nazionale. Il documento sottoscritto da Calenda e Letta è un patto che ogni liberale pue sottoscrivere: c’è l’europeismo, l’atlantismo, c’è il sì esplicito alle infrastrutture energetiche, la lotta alle diseguaglianze e la riduzione delle tasse. Poi, come è ovvio, il mio impegno, prima e dopo il voto sarà per rafforzare Azione che giudico a tutti gli effetti la nuova casa dei moderati italiani”. “In campagna elettorale, sul territorio, – conclude Carfagna – parlerò a nome di Azione, sul programma di Azione, sulle proposte di Azione”.