Solo il pensiero che, in un momento storico come quello che il mondo intero sta attraversando, uomini del nostro Governo abbiano agito (e tramato) alle spalle del premier Mario Draghi fa perdere le staffe. Figurarsi avere la conferma che sì, lo avrebbero fatto davvero.
Scrive La Stampa e riporta Open di un incontro tra Matteo Salvini e Vladimir Putin pensato per il 31 maggio e di un tentativo di contatto con la Cina attraverso l’ambasciata per riferirgli del viaggio a Mosca per la pace in programma dal 3 al 7 del mese. Il tutto all’insaputa del governo Draghi. Dopo la storia del funzionario che chiede se i ministri della Lega si dimetteranno arrivano quindi nuove rivelazioni su Antonio Capuano e il Capitano.
Ieri il responsabile dei servizi segreti Franco Gabrielli aveva detto che le notizie che chiamavano in causa «l’intelligence nazionale» erano «prive di fondamento». Oggi a rispondergli è il direttore de La Stampa Massimo Giannini: «I dettagli sugli incontri e sulle conversazioni tra Kostyukov e Capuano sono contenuti in documenti informali di sintesi del lavoro di intelligence comunicato a suo tempo ai competenti livelli istituzionali».
La verità probabilmente è nel mezzo: l’articolo de La Stampa sulle Ombre Russe parlava sì di “documenti di intelligence”, ma senza specificare di quali servizi segreti si parlasse. Ed è evidente che se non è stata «l’intelligence nazionale» a parlare del fatto che Kostyukov ha chiesto a Capuano se i ministri della Lega avessero intenzione di dimettersi, allora è stata quella di un altro paese. “E mentre il direttore si legge su Open – parla della speranza che nella Lega non ci siano “utili idioti” della Russia, arrivano nuove rivelazioni dalle sintesi dei documenti. Il 27 maggio l’ambasciata russa fa sapere a Capuano che nel viaggio a Mosca il Capitano incontrerà, tra gli altri, Dmitry Medvedev. Ovvero l’ex premier protagonista di tante dichiarazioni bellicose nei confronti della Nato, dell’Occidente, dell’Europa e anche dell’Italia. Non solo. Lo stesso Capuano tenta il colpo grosso. E chiede di organizzare anche un incontro tra Salvini e Putin. Come ha raccontato lui stesso, il piano dell’avvocato e del Capitano prevedeva quattro punti: individuazione di una località per intavolare le trattative di pace; ruolo di garanzia dell’Italia, della Francia e della Germania; cessate il fuoco; viaggio di una altissima personalità nelle zone interessate.
Nella vicenda, adesso, spunta anche la Cina. Nell’aprile 2022, racconta oggi Jacopo Iacoboni, Capuano avrebbe avuto un colloquio con il capo della sezione politica dell’ambasciata cinese in Italia Zhang Yanyu.
Allo scopo di fargli conoscere la missione allora programmata dal 3 al 7 maggio. E finalizzata a incontrare istituzioni, ministro degli esteri e presidente della Russia. Russia e Cina sanno tutto, quindi. Roma invece non sa nulla della verve diplomatica del capo di uno dei partiti che appoggia la maggioranza di Draghi. Capuano, racconta La Stampa, si muove «chiedendo al diplomatico cinese la possibilità di organizzare, prima di rientrare dalla Russia, un incontro a Pechino con il ministro degli esteri cinese, Wang Yi». L’avvocato aggiunge che l’intento è quello di promuovere la pace. E sostiene anche qualcosa che è quantomeno curioso. Ovvero che «anche il governo italiano avrebbe poi sostenuto» questa «posizione».
Intanto la Russia è silente. L’ambasciatore Sergey Razov, fa sapere oggi il Corriere della Sera, è in ferie. Così come la sua portavoce. Mentre le feluche fanno sapere di non aver «nulla da aggiungere a quello che è stato detto a giugno». Ovvero quando l’ambasciata intervenne con un post su Facebook per spiegare la storia dei biglietti «pagati dalla Russia». Spiegando che l’assistenza russa sarebbe stata necessaria per via delle sanzioni, che di fatto hanno sospeso i collegamenti tra Roma e Mosca e non avrebbero permesso l’acquisto dei biglietti di Aeroflot dall’Europa. Per questo sarebbe stata coinvolta un’agenzia viaggi russa: «In quanto il viaggio di Matteo Salvini a Mosca non è avvenuto per motivi ben noti, alla fine ci è stato restituito l’equivalente della cifra spesa per l’acquisto dei biglietti aerei in euro (con rispettivi documenti comprovanti)».