Cresce la partecipazione emotiva al dramma ma anche al coraggio delle giovani e dei giovani iraniani che dal 16 settembre, dopo l’uccisione brutale della ventiduenne curdo-iraniana Mahsa Amini perché non portava correttamente il velo, non si stancano di manifestare nel loro Paese. Anche in Italia non sono mancate manifestazione di solidarietà, come l’iniziativa di alcune donne dello spettacolo di tagliarsi una ciocca di capelli. Oggi arriva il messaggio di Maria Stella Gelmini
“L’hijab tra le mani e i capelli al vento. Gridano ‘Donna, vita, libertà’. Immagini potenti di donne coraggiose che ormai da tre settimane protestano in Iran contro il regime. La loro lotta ha una forza simbolica e di trascinamento concreto che travalica le questioni ormai note. Non è solo la questione dei regimi autoritari o, come nel caso del’Iran, teocratici; non più solo la questione della sopraffazione di genere. No: le donne iraniane invocano il riconoscimento di quel diritto che tutti gli altri ricomprende e senza il quale tutti gli altri muoiono, ovvero il diritto alla libertà della persona”, scrive il ministro sui suoi account social.
“Per questa ragione – aggiunge Gelmini – il sostegno alla loro battaglia è un atto doveroso e un discrimine che divide il campo della libertà e la sua affermazione dal campo della rassegnazione. Quelle donne non stanno scuotendo soltanto uno dei regimi più oppressivi, esse scuotono le società mediorientali e danno una lezione alla cultura occidentale: a noi servono le quote rose, loro si prendono il diritto a vivere e a esprimersi mettendo a rischio la loro vita””.