Invece di preoccuparsi dei deliri filo putiniani del leader del suo partito, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri non trova di meglio da fare che presentare una proposta di legge per modificare l’articolo 1 del Codice Civile e chiedere il riconoscimento della capacità giuridica del concepito. Non più, quindi, “dal momento della nascita”, come recita l’articolo 1 del Codice Civile, ma “da prima della nascita, dal momento del concepimento”. E nonostante le rassicurazioni di Gasparri, sono in molti a vedere in questa proposta, a buon diritto, un tentativo di minare le basi della legge 194, che in Italia regola l’interruzione volontaria di gravidanza.
“Il disegno di legge sui ‘diritti del concepito’ lo presento da tempo all’inizio di tutte le legislature, è un impegno morale che avevo preso con Carlo Casini del Movimento per la vita, che fu a lungo deputato Dc e che è scomparso alcuni anni fa – afferma il senatore azzurro -. Mi farebbe piacere una discussione serena su questi temi. L’obiettivo della legge è l’applicazione dell’intera legge 194, che non va abolita, ma che andrebbe rispettata in tutte le sue norme. Parlare della vita sarà lecito o no? Ripresento sempre questa proposta sperando che prima o poi si possa discutere con serenità di questi temi”.
Senza entrare nel merito del tempismo di Gasparri, va detto che bisognerebbe occuparsi della mancata applicazione di quella parte di legge 194 che non va molto a genio alla destra. Come, per esempio, l’obbligo nelle strutture sanitarie pubbliche della presenza in percentuale ben precisa di medici abortisti che consentano il regolare svolgimento del servizio. Nella realtà dei fatti l’obiezione di coscienza è invece spesso una prassi che influisce in maniera pesante sul diritto di scelta delle donne.
Su una cosa Gasparri ha ragione: la 194 non si tocca, ma va applicata in tutte le sue componenti. Anche a quelle che non piacciono a lui e al suo schieramento.