di Paolo Capra
Il MES ci può aiutare anche a sviluppare progetti adeguati e a rispettare gli impegni presi.
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, sul Mes ha detto: “Sul Mes occorre essere pragmatici, al momento il livello dei tassi è tale per cui prenderlo non è priorità. Ma c’è un motivo più importante: il Mes è investito nella Sanità e quando avremo un piano per la Sanità condiviso allora forse verrà il momento di chiedersi se vale la pena. Altrimenti prenderlo senza un piano significa buttare i soldi”.
Il principale motivo per accantonare il dossier sembrerebbe essere preoccupante: a un anno esatto dallo scoppio della pandemia, e nonostante gli enormi scontri politici che si sono consumati sul tema, l’Italia non ha ancora un piano di intervento sulla sanità. Ci viene continuamente raccontato che il Covid19 avrebbe rappresentato un’epifania, un momento rivelatore sul ruolo dello Stato e la sua importanza nella società. Se così fosse, si supporrebbe che un accresciuto impegno dello Stato sia necessario proprio là dove batte l’epidemia: nell’organizzazione della salute pubblica e nel servizio sanitario nazionale. Se questo fosse vero, programmare interventi che risolvano gli evidenti limiti del nostro sistema sanitario dovrebbe essere in cima alle priorità del Governo. Da un anno, invece, sappiamo bene che persino di aumentare il numero dei letti in terapia intensiva, e di altri modi per meglio attrezzare il nostro SSN, non si parla più, e a dire il vero si è parlato soltanto per una manciata di settimane lo scorso anno.
Immaginando che invece un piano ci fosse, torneremmo al punto di partenza e resterebbe valida tale tesi: ci sono molte ragioni a favore del Mes e nessuna contro.
È vero, come dice Draghi, che il vantaggio economico oggi – rispetto ai tempi di Giuseppe Conte – è assai ridotto: lo spread si è dimezzato rispetto a marzo 2020. Ciò nonostante, l’Italia risparmierebbe qualche centinaio di milioni di euro l’anno. Ma non è questa la motivazione principale. Restano, semmai, due punti cruciali. In primo luogo, lo stock di debito accumulato dal nostro paese è mostruoso. Questo implica che, ogni anno, dobbiamo rifinanziarne svariate centinaia di miliardi: alleggerire, seppure solo di 36 miliardi, la pressione sui mercati ha un valore in sé. Secondariamente, al Mes si accompagna una modesta ma importante condizionalità: l’obbligo di destinare le risorse così ottenute alle spese sanitarie anti-Covid. Rimettere in sesto la sanità (e completare rapidamente la campagna vaccinale) è la precondizione per la ripresa. Il Mes ci può aiutare non solo a reperire rapidamente i finanziamenti necessari, ma anche a sviluppare progetti adeguati e a rispettare gli impegni presi.