Sarà un filo putiniano, esattamente come Silvio Berlusconi, leader del suo partito, ad occuparsi del gas russo nel governo Meloni. Un altro regalo di Silvio a Vladimir, dopo lo scambio di lettere dolcissime, di vodka e lambrusco.
Gilberto Pichetto Fratin – sì, proprio quello del misunderstanding in occasione della decorazione della lista dei ministri, “confuso con Paolo Zangrillo – è il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica nel nuovo esecutivo guidato dalla leader di FdI, ma è anche un filo russo convinto. E mettere la gestione dell’approvvigionamento energetico nelle mani di un esponente di Forza Italia, il cui leader è il principale responsabile della sudditanza dell’Italia alla Russia per il gas, non è proprio una scelta felice.
Non solo. Nel 2017 a Torino venne inaugurato un Centro di rappresentanza della Repubblica popolare di Donetsk in Italia. Tale centro mirava, come venne sottolineato dai promotori, “al riconoscimento internazionale della neonata repubblica attraverso una rete di relazioni diplomatiche con le istituzioni italiane”. E chi partecipò, insieme ad altri esponenti del centrodestra, a quella inaugurazione? Gilberto Pichetto Fratin, amico dei separatisti filo russi e oggi ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica.