L’evoluzione delle politiche di X (leggasi Twitter) sotto la guida di Elon Musk ha sollevato interrogativi significativi sulle implicazioni per la diffusione della disinformazione a livello globale. La decisione di rimuovere le etichette che identificavano gli account affiliati ai governi ha generato un effetto a catena che ha reso più difficile per gli utenti riconoscere le fonti di informazione statali, permettendo così alle fonti di propaganda cinese, russa e iraniana di diffondere la disinformazione senza alcun controllo.
Secondo un rapporto di NewsGuard, la rimozione delle etichette ha portato a un aumento significativo dell’engagement, misurato attraverso il numero di like e condivisioni, per gli account in lingua inglese dei media statali russi, cinesi e iraniani. Questi dati dimostrano che gli attori stranieri ora possono raggiungere un pubblico più ampio e potenzialmente più vulnerabile, poiché gli utenti potrebbero non essere in grado di identificare la propaganda che viene loro presentata come informazione legittima.
In particolare, l’engagement dell’emittente statale russa RT è quasi raddoppiato, passando da 1,3 milioni di like e repost quando le etichette erano ancora disponibili a 2,5 milioni dopo la loro rimozione. Le agenzie statali russe come Tass hanno registrato aumenti significativi nell’engagement, mentre anche le emittenti iraniane e cinesi hanno beneficiato di questa modifica delle politiche.
Un altro aspetto importante delle nuove politiche di X è la promozione attiva dei contenuti degli organi di informazione statali attraverso l’algoritmo della piattaforma. Questo significa che gli utenti non devono più cercare attivamente i contenuti di tali organizzazioni; piuttosto, tali contenuti sono regolarmente suggeriti agli utenti attraverso i loro feed personalizzati. Questo cambiamento ha contribuito a far emergere ulteriormente le voci dei media statali nelle conversazioni online.
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Questi sviluppi assumono un significato particolare nel contesto europeo, soprattutto in vista delle elezioni del Parlamento europeo del 2024 e delle elezioni politiche imminenti negli Stati membri dell’Unione europea. Il rapporto dello European Council on Foreign Relations evidenzia come impedire alle interferenze straniere di manipolare l’opinione pubblica attraverso la disinformazione sia una questione cruciale per l’Unione europea. Questo diventa ancora più rilevante in paesi come l’Italia, dove persistono legami economici, politici e culturali con Mosca, nonostante le tensioni geopolitiche.
La ricerca ha anche rilevato che le narrazioni relative alle sanzioni alla Russia e all’energia hanno guadagnato terreno nell’agenda pubblica, indicando una possibile influenza delle operazioni di disinformazione. È fondamentale che le autorità e le piattaforme sociali affrontino con decisione il problema della disinformazione, cercando di ristabilire la trasparenza delle fonti di informazione e promuovendo la consapevolezza tra gli utenti.
La rimozione delle etichette sugli account affiliati ai governi e la promozione attiva dei contenuti statali stanno cambiando il modo in cui le persone interagiscono con le informazioni online. In un momento in cui la democrazia e la stabilità politica ed economica sono vulnerabili all’influenza estera, è cruciale affrontare questa sfida in modo proattivo.