Secondo l’Ispra, l’Istituto per la protezione dell’ambiente, la regione campana è al primo posto in Italia per l’esportazione della spazzatura. Circa 94mila tonnellate l’anno finiscono in Lombardia, mentre oltre 52mila vanno in Spagna. Cospicuo è l’ammontare dei rifiuti che confluisce nei siti della Germania e della Danimarca. Una pessima e cronica abitudine che danneggia doppiamente i cittadini, perché trasferire le ecoballe fuori regione oltre ad essere economicamente dispendioso è altamente inquinante e l’immobilismo della classe politica municipale e regionale diventa ogni giorno sempre più insopportabile.
Mentre i politici tergiversano colpevolmente sul tema, la popolazione campana continua a pagare una salatissima sanzione all’Europa: ottantamila euro al giorno, perché anche le Istituzioni comunitarie si sono stufate delle promesse non mantenute all’ombra del Vesuvio. Un forte grido d’allarme è stato lanciato dal gruppo regionale della Buona Destra, che in una conferenza stampa ad hoc ha sottolineato l’insostenibilità della situazione, denunciando lo spreco di denaro pubblico ed il forte rischio per la salute dei cittadini spesso costretti a subire gli effetti della presenza a macchia di leopardo di autentiche discariche a cielo aperto.
“La situazione rifiuti in Campania e a Napoli in particolare non può essere più considerata una emergenza ma una vera e propria calamità” – ha dichiarato il coordinatore campano Alberto D’Erasmo – “dai tempi dei cumuli di immondizia per le strade sono passati quasi 30 anni e la classe dirigente che si è alternata in questo lungo periodo non ha avuto la forza e il coraggio di affrontare alla radice il problema.” Ma cosa bisogna fare per uscire da questa mortificante situazione?
Per il gruppo regionale della Buona Destra bisogna agire in due direzioni: 1) Efficientare il servizio di raccolta differenziata, attraverso una incisiva opera di informazione accompagnata da azioni di controllo e vigilanza del territorio, per punire il mancato rispetto degli obblighi di smaltimento responsabile; 2) Affrontare il doppio tema della individuazione dei siti di stoccaggio dell’umido e dei centri di lavorazione dello stesso, attraverso la nascita di impianti moderni ed integrati nel contesto cittadino, evitando di svendere il rifiuto a terzi e localizzando sul territorio i proventi del business per creare ricchezza e posti di lavoro.
Alberto D’Erasmo ha parlato di una “visione positiva del rifiuto”, rappresentando la necessità di dialogare con i cittadini e con le associazioni di categoria, per abbattere il muro di scetticismo che accompagna la prospettiva di insediare un termovalorizzatore o un sito di compostaggio sul territorio. “Bisogna da subito aprire un tavolo di confronto con i comitati di quartiere e chiarire a tutti che un impianto a norma presenta un impatto ambientale molto ridotto e sicuramente minore di quello originato dalle discariche abusive localizzate specialmente in provincia di Napoli”.
“A Caivano e Giugliano gli impianti ci sono ma sono utilizzati poco e male e non sono sufficienti. E’ prioritario mettere in cantiere nuovi siti in grado di smaltire l’enorme arretrato di cumuli giacenti in tutta la regione. Questo è il momento delle scelte coraggiose e responsabili. La Buona Destra è disponibile a dialogare con tutte le forze politiche, perché la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia del territorio sono temi troppo seri per essere trattati con pressapochismo e superficialità.”