Impegnata tra una riunione e l’altra, la ministro del Sud, Mara Carfagna, non perde occasione per lanciare il messaggio che il Terzo polo sarà «la grande sorpresa di queste elezioni e che, comunque, il lavoro proseguirà dopo il 25 settembre per «chiudere l’era dei pifferai magici».
Intervistata dall’Avvenire, Carfagna commenta il programma appena presentato. “Ci abbiamo lavorato a lungo, è un documento serio fondato sull’unico progetto concreto per la crescita italiana realizzabile nei prossimi cinque anni: il Piano nazionale di ripresa. Quel Piano non è una promessa, non è un impegno teorico: è qualcosa di già finanziato, progettato fin nei dettagli, avviato da quasi due anni. Qualcosa che funziona, come dimostrano gli ottimi dati economici del 2021 e del 2022. Ovviamente il capitolo Sud è quello a cui tengo di più. Per la prima volta il Mezzogiorno non è trattato come zavorra del Paese ma come possibile secondo motore dello sviluppo nazionale, con investimenti nelle infrastrutture, nei servizi e nel capitale umano che aprono una speranza a 20 milioni di cittadini”.
A quanti affermano che votare una terza forza è un voto sprecato, la ministra risponde che “le cosiddette “prime forze” ingannano i cittadini con la storia del voto utile. Hanno prodotto solo instabilità, governi ‘usa-egetta’, colossale spreco di risorse pubbliche. C’è un solo voto utile: quello per i partiti e le persone serie”.
“Abbiamo un mese per rappresentare agli italiani il bivio a cui si trovano – aggiunge – da una parte il metodo Draghi, e se possibile Draghi stesso, e dall’altra le nebbie del metodo di Salvini, Meloni, Letta”. Carfagna, comunque, non ha dubbi: “Azione e Iv saranno la grande sorpresa delle elezioni”.
All’Avvenire Carfagna ricorda anche le emergenze del Paese.
“Il dossier sociale e dei diritti legato al Mezzogiorno. Abbiamo avviato un’opera di ‘ricucitura’ senza precedenti, indicando e finanziando i livelli essenziali di prestazione che dovranno essere raggiunti nei prossimi 5 anni, in ogni singolo Comune, per l’offerta di asili nido, assistenti sociali, trasporto scolastico dei ragazzi con disabilità. Già quest’anno, abbiamo accompagnato al nido 15mila bambini in più. Temo che il ritorno del populismo al potere fermi questo percorso e preferisca dirottare i fondi verso le mirabolanti promesse che la destra e la sinistra stanno facendo in questi giorni”.
Carfagna non fa paragoni con Fi, “non è nel mio stile”, dice, Aggiungendo che “in Azione ho trovato entusiasmo, capacità di discutere e decidere insieme, competenza. È stata una bella scoperta, politica e personale”.
“Per quattro anni – dice ancora ancora – ho combattuto all’interno del partito per cercare di correggere una linea sempre più sottomessa a Lega e Fdi, sempre più lontana dalla matrice europeista e liberale delle origini. Purtroppo quella battaglia è stata persa, e chi come me la sosteneva è stato emarginato dalle decisioni”.
Alla domanda “Cosa teme di più di un’eventuale vittoria del centrosinistra o del centrodestra?”, Carfagna risponde: “Il timore è lo stesso: l’abbandono del Pnrr, la perdita dei fondi e quindi la fine dei progetti, la chiusura dei cantieri, il crollo della reputazione italiana in Europa e nel mondo. La sinistra nel suo programma non prende impegni precisi per la realizzazione del Piano, la destra chiede addirittura di rinegoziarlo. Spero che gli italiani si accorgano del pericolo”.
“In una campagna elettorale – spiega in conclusione – così breve, con un programma così preciso e un leader molto riconoscibile come Carlo Calenda, è più difficile commettere errori. È nel ‘dopo’ che bisognerà stare attenti: il voto del 25 settembre è solo l’inizio di un percorso che dovrà ricostruire in Italia un baricentro politico stabile, serio, non demagogico, chiudendo l’era dei pifferai magici. Un minuto dopo la chiusura delle urne, dovremo cominciare a lavorare in questa direzione con tutta la nostra intelligenza”.