Ma siamo proprio sicuri che la frase di Biden su Putin che “non può restare al potere” sia stata, nell’ordine dei commentatori italiani, una sconsiderata gaffe, un terribile errore diplomatico, la minaccia di un cambio di regime americano con la forza a Mosca ? Oggi è sufficiente scorrere la grande stampa e le dichiarazioni dei politici di maggioranza e di opposizione, per rendersi conto che c’è un totale consenso sul fatto che i ruoli si sono invertiti: Joe il matto a quanto pare avrebbe preso il posto dello squilibrato vero, cioè Vlad. Peccato che Biden parla, Vlad ammazza.
Ma non divaghiamo. Siamo così sicuri che alla Casa Bianca c’è un gaffeur incapace di intendere e di volere? E se quella frase così criticata fosse “un messaggio in codice indirizzato proprio al leader russo nell’ambito di comunicazioni cifrate tra le due potenze, che noi non riusciamo a comprendere?”, come dice oggi Pierferdinando Casini? Insomma una sorta di psicologia, meglio, di diplomazia inversa, nell’ambito di una strategia con la quale si potrebbe cercare di indurre il “macellaio” del Cremlino a fare qualcosa che apparentemente non vuole fare?
“Ricordo sommessamente che mentre noi europei con atteggiamento sicuro affermavamo che i russi mai avrebbero invaso l’Ucraina, gli americani da giorni ce lo avevano preannunciato in modo chiaro e documentato. Consiglierei a tutti un po’ più di cautela,” aggiunge Casini lanciando il sasso nello stagno del pensiero unico su Biden. Insomma, prima di lanciarsi armi e bagagli, più bagagli che armi agli ucraini, contro Biden, spiegandogli come deve comportarsi e insegnandogli il mestiere di commander in chief, forse dovremmo respirare un attimo, stare un po’ zitti, e provare a capire il ‘gioco’.