“Giorgia Meloni ha fatto un’infinita lista della spesa con dentro tutti i mali italiani, ma senza una traccia sul “come” fare le cose. Non c’è alcuna scelta, né idea di Paese. Sembrava di ascoltare Conte o Rumor, altro che rivoluzione sovranista. Tutta fuffa, una noia mortale”. È tranchant Carlo Calenda sull’intervento della leader di FdI. “Pieno di titoli ma vuoto di contenuti e di proposte per l’Italia. Cosa vuol fare sulla politica energetica? Boh. E su quella industriale? Boh. E su scuola e sanità? Un altro grande boh. Pareva più un comizio da leader dell’opposizione che da capo del governo. Con varie contorsioni linguistiche per apparire più presentabile e rassicurante”, ha aggiunto il leader di Azione, che ha fatto poi degli esempi: “Il blocco navale è diventato la Missione Sofia; l’uscita dall’euro un ‘vogliamo rappresentare gli interessi italiani in Europa’”.
Soltanto due punti gli son piaciuti del discorso di Meloni: “La nettezza sul posizionamento atlantico e sul fascismo”. Lo stesso Calenda ha poi rimarcato: “Ha fatto come Veltroni che ha detto che non è mai stato comunista. In Italia è un atteggiamento diffuso, pensano di cavarsela citando due Papi senza mai spiegare l’evoluzione politica e culturale”. Per il leader di Azione non si tratta però di una finta abiura: “Populisti e sovranisti usano sempre l’estremismo verbale come strumento di marketing per intercettare il consenso e poi quando arrivano al governo sembrano tutti Mario Monti. Meloni è la prova che non c’è alcun allarme democratico”, ha spiegato Carlo Calenda. C’è un rischio peggiore per l’Italia? “Il galleggiamento. Il discorso di oggi dimostra che lei non è pronta per le terribili sfide che abbiamo davanti. E ha pure una squadra modestissima”. Sul presidenzialismo non è d’accordo: “Per niente. Penso che l’unica figura di garanzia in questo Paese sia il presidente della Repubblica, ci manca solo che leviamo pure quella”.
Il Terzo polo non intende offrire alcuna sponda al governo: “Figuriamoci. La nostra opposizione sarà ferma, ma non ideologica né pregiudiziale. Se per esempio Meloni vorrà riprendere a produrre gas nazionale noi l’appoggeremo: ricordo che fu lei a promuovere i referendum contro le trivelle, se ora si è convertita, buon per tutti. Se domani chiedesse di votare in Aula sul rigassificatore di Piombino, noi lo voteremo. Faremo un’opposizione nel merito perché ribadisco: qui il rischio non è il fascismo ma il galleggiamento infinito”. Lo stesso leader di Azione ha poi detto che è tempo che l’opposizione batta un colpo e che il leader dei Dem intervenga: “Si deve fare un’opposizione di merito e il Pd deve darsi una svegliata sennò a marzo non esisterà più. Io è da un mese che chiedo a Letta un confronto sulle regionali e sull’energia. Non mi ha mai risposto, fa l’offeso”.