“Dopo le frasi di ieri Berlusconi ci ha portato fuori da ogni alleanza atlantica. Sono state parole eversive, ha parlato come un consigliere e un generale di Putin, una cosa di una gravità inaudita”. Carlo Calenda va all’attacco, a buon diritto, del leader di Forza Italia, che ieri si è cimentato in tv in uno dei suoi ormai noti show, stavolta però a difesa del presidente russo, contro la Nato. Una posizione inaccettabile che Calenda, e ogni cittadino che ama democrazia e libertà, non ha potuto che condannare. “Berlusconi è una via di mezzo tra portavoce di Putin e consigliere militare – attacca ancora Calenda -, che avrebbe suggerito allo zar di tenere le truppe vicino a Kiev. Veramente tragico”.
Putin, poi, secondo Berlusconi, sarebbe stato costretto alla guerra a sua insaputa: lo ha detto davvero Berluconi a Porta a Porta, tentando, da suddito dello zar quale è, un’estrema difesa del folle autarca che minaccia il mondo con l’atomica dopo aver invaso l’Ucraina portando distruzione, violenza, morte e povertà. “Putin è caduto in una situazione difficile e drammatica – dice Berlusconi da Vespa -. Dico che è caduto perché si è trattata di una missione delle due Repubbliche filorusse del Donbass che è andata a Mosca ha parlato con tutti, con giornali, tv e ministri del partito”. La guerra scatenata dal Cremlino, dunque, sarebbe tutta colpa di Donetsk e Lugansk e delle delegazioni territoriali che hanno riportato a Putin che quel cattivone di Zelensky ha aumentato gli attacchi delle sue forze contro di noi ed i nostri confini, siamo arrivati a 16mila morti. Difendici perché se non lo fai tu non sappiamo dove potremo arrivare”.
Una panzana a cui anche chi la racconta – almeno c’è da augurarselo – fa fatica a credere. Eppure Berlusconi continua con questo racconto fantascientifico, tra il grottesco e il fantasy, che a tratti però si fa irritante tanto mistifica la realtà. “Putin è stato spinto dalla popolazione russa, dal suo partito e dai suoi ministri a inventarsi questa operazione speciale – riscrive la storia il Cav -, le truppe dovevano entrare e in una settimana raggiungere Kiev, dove avrebbero dovuto sostituire con un governo di persone perbene il governo di Zelensky, e in una settimana tornare indietro”. Peccato che le truppe russe non abbiano fatto i conti con una “resistenza imprevista che poi è stata foraggiata con armi di tutti i tipi dall’Occidente”.
Insomma, tra le file dei putiniani, dopo le servili richieste di Salvini di bloccare le sanzioni, mancavano solo le squallide favole di Silvio Berlusconi. La soluzione per far cessare questa vergognosa prostrazione alla Russia la fornisce Calenda: basta non votare per loro. “Il 25 settembre – dice il leader di Azione – proviamo almeno ad archiviare i putiniani d’Italia”.