Il presidente del consiglio Mario Draghi interviene in Aula alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo al via da domani a Bruxelles. L’Europa, dice Draghi, deve arrivare a una gestione comune del mercato della energia con un approccio condiviso su acquisti e stoccaggi. Dobbiamo rafforzare la nostra industria della difesa rendendola più integrata e competitiva dal punto di vista tecnologico. Bisogna investire nelle aree industriali strategiche della Unione, nella innovazione, nella ricerca scientica. “La priorità è aumentare la produzione di microchip in Europa”.
Sull’Ucraina, l’Italia farà la sua parte nel gestire la ondata di profughi in fuga dalla guerra, utilizzando i fondi europei che la Ue metterà a disposizione per gestire la crisi. “Il Consiglio europeo riaffermerà il sostegno al percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione europea. Questo processo ha tempi lunghi, necessari a permettere un’integrazione reale e funzionante. Ma, come ho ribadito anche ieri in Parlamento, l’Italia è al fianco dell’Ucraina in questo processo. L’Ue ha già attivato la procedura, ma in questo momento è importante mandare a Kiev un ulteriore segnale di incoraggiamento”.
Fermare le armi e avviare il processo di pace è l’obiettivo ma è la Russia che può permetterlo se metterà fine alla aggressione scegliendo una vera chiara trattativa negoziale. “Non dobbiamo però commettere l’errore di avallare una contrapposizione tra Occidente e Russia”, il cosiddetto “scontro di civiltà”. “Molti cittadini russi stanno protestando contro la guerra a loro va l’amicizia e solidarietà di tutto il governo e mia personale”. E ancora: “Dobbiamo ribadire la nostra aspettativa che Pechino si astenga ad azioni di supporto a Mosca e partecipi allo sforzo di pace”. Nel frattempo, occorre prevenire possibili azioni destabilizzatrici di Mosca nei Balcani occidentali e favorire l’avvicinamento della Bosnia alla Ue.
Insomma, Draghi fa ancora una volta un convincente discorso per una Europa grande, più forte e unita. Una Europa che sia consapevole del proprio ruolo geopolitico: una potenza che può determinare i processi globali su questioni chiave come l’energia, la sicurezza collettiva e la difesa comune, la tecnologia. Draghi l’europeo ci mette davanti a una sfida: c’è una politica che in Italia ed Europa pensa a come sfangarla, gioca impegnandosi nella comunicazione in cerca di consenso. E c’è una politica seria che quelle sfide intende vincerle con idee, capacità di governo e competenze. Perché davanti alla altezza delle sfide che abbiamo di fronte occorrono risposte altrettanto ambiziose e complesse, se vogliamo portare a compimento l’obiettivo di questa Europa nuova.