“Sono stato frainteso”. Ci risiamo con il tormentone delle ritrattazioni. Prima Berlusconi ammette di aver fatto, magari inconsapevolmente, il gioco dei russi e poi smentisce categoricamente di appoggiare Putin. Ma il punto è un altro. Perché il leader di Forza Italia non ha mai voluto “scendere in campo” contro il Presidente russo e cercare di convincerlo a cambiare rotta nella sua lotta all’Occidente? Forse in tutto questo pesa la dipendenza da Salvini o forse il vecchio leone ha perso la sua presa su quelli che un tempo furono i suoi alleati internazionali. In ogni caso, il tempo di Silvio Berlusconi è finito e non si vede un erede degno di questo nome all’orizzonte. La sua nuova discesa in campo assomiglia più al canto del cigno che a una resurrezione. Forza Italia è sempre più vicina al tramonto come forza politica liberale mentre si avvia a diventare un sovranismo light per populisti inconsapevoli. Da anni i cosiddetti alleati del Cavaliere stanno assorbendone i voti e la sua sparizione è forse solo questione di tempo. Con le recenti defezioni degli storici fedelissimi, da Brunetta a Carfagna, il partito si avvia definitivamente sul viale del tramonto. Basterà la vittoria del centrodestra a fermane il declino? Oppure la possibile vittoria della Meloni sarà la pietra tombale per il partito di Arcore? Probabilmente la seconda. Per politici e gli elettori di Forza Italia la porta è sempre naturalmente aperta, ma è bene che si rendano conto che il tempo delle scelte è adesso.