Carlo Calenda ha presentato il programma della coalizione di Azione e Italia Viva in vista delle elezioni del 25 settembre. Nel corso della conferenza stampa, l’ex ministro ha detto, tra le altre cose, che il terzo polo intende proseguire con impegno le politiche adottate dal governo di Mario Draghi, di cui ha condiviso pienamente il metodo, e che sosterranno una riconferma di quest’ultimo nel ruolo di presidente del Consiglio. Parole nette, precise, non battute acchiappalike: «Promettiamo di non promettere flat tax, presidenzialismo, diecimila euro ai diciottenni, case, dentiere, pensioni anticipate». Calenda vorrebbe portare a termine tutte le riforme previste dal Pnrr, assieme a Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Elena Bonetti, Luigi Marattin e Maria Elena Boschi, che erano con lui nella Sala Caduti di Nassirya del Senato. «È tempo di chiudere il bipopulismo e di diventare un Paese serio», ha rimarcato il fondatore di Azione.
«Il nostro obiettivo è chiaro e netto, semplice. Uno: andare avanti avanti con l’agenda Draghi. Due: andare avanti col metodo Draghi. Il metodo Draghi è il metodo del buon senso e del buon governo, è la capacità di dire dei sì e dei no in modo netto. Draghi è caduto perché non ha fatto un discorso general-generico ma ha voluto dire con grande chiarezza le cose che avrebbe fatto e che non avrebbe fatto. E questo i nostri partiti non lo possono accettare, perché fuggono dalla responsabilità della cultura di governo, che è dire la verità sullo stato del paese e dire dei sì e dei no. Fuggono da tutta la vita rispetto a questo», ha spiegato Calenda. «Non fatevi dividere in greggi, votare con libertà», ha evidenziato l’ex ministro.
Il programma del Terzo Polo è radicalmente diverso da quelli presentati finora: «Se vi andate a leggere quello di centrodestra è appena abbozzato non dice nulla. Ha dei titoli. La sinistra è formata da Fratoianni, Bonelli, Bonino, Di Maio e Letta; non ha un programma comune, ma 18 patti contraddittori che dicono tutto il contrario di tutto. Come governano? Lo faranno il rigassificatore? L’Ucraina la sostengono o no? Tutto il resto sono chiacchiere da bar. I riferimenti all’Agenda Draghi sono ormai dissolti». E ancora: «Questa legislatura per noi è uno spartiacque. La fine della Seconda Repubblica degenerata in bipopulismo. Spiace che gli eredi delle grandi famiglie europee, popolari e socialdemocratici, abbiano deciso di sottomettersi a sovranisti e populisti. La legislatura che finisce ha prodotto due governi pessimi di Giuseppe Conte: uno marcatamente di destra, e uno marcatamente di sinistra. Nella storia della politica contemporanea dei paesi occidentali non è mai successo di avere lo stesso presidente del Consiglio con maggioranze opposte. Anche in Italia, il Paese del trasformismo, è una cosa inaudita», ha sottolineato.
Calenda ne ha avuto per tutti. Ha attaccato dapprima Conte: «Vuole riaprire la scatoletta di tonno dopo aver governato con tutti in qualsiasi modo, dichiarandosi prima populista e poi progressista». Poi il Partito democratico guidato da Letta: «Non vi chiedono un voto per governare ma per far vincere gli altri. Sono 30 anni che andiamo avanti così». E infine il centrodestra: «Non è un caso che la caduta di Draghi sia stata provocata dai leader più filo-putiniani. Questo danno reputazionale ha conseguenze gravi perché Draghi stava trattando il tetto al prezzo del gas. Grazie a Salvini, Conte e Berlusconi questa trattativa è molto più difficile. È loro la responsabilità dell’aumento incontrollato del prezzo del gas».