“Aridatece Draghi”, questo verrebbe da dire e nient’altro. Nel suo discorso di saluto di oggi, a pochi giorni dalla fine del suo mandato, il presidente del Consiglio uscente ha voluto rivolgere «due parole di ringraziamento veramente sentito» ai giornalisti accreditati presso palazzo Chigi. «Voi, in questi 20 mesi, con tutte le difficoltà che ci sono state, dalla pandemia alla guerra, avete svolto un servizio straordinario ai cittadini, aiutandoli a seguire e comprendere quanto avviene nel palazzo, che spesso viene visto come misterioso», ha scandito il premier. Un servizio straordinario «alla democrazia italiana» perché «siete una stampa libera e avete avuto dal presidente del Consiglio il rispetto che si deve ad una stampa libera, rispondendo alle vostre domande al meglio possibile, con la massima sincerità e chiarezza. Questo è anche un segno di profondo rispetto nei confronti della stampa», ha detto l’ex numero uno della Bce, che poi ha sottolineato come ci sia stata «una collaborazione piacevole anche dal punto di vista umano».
Draghi con un sorriso a dir poco serafico ha dichiarato di «aver imparato molte cose, è stata una esperienza straordinaria di cui sono molto contento. Finisce in modo molto soddisfacente, con la buona coscienza del lavoro fatto, che è la cosa più importante. Sono stati mesi straordinari». Il premier non ha fatto alcun accenno alle dinamiche che hanno portato alla caduta del suo esecutivo, non una frase su chi arriverà adesso. «Ho finito, il governo ha finito», ha detto ai giornalisti presenti. Non è del tutto vero però: sappiamo, infatti, che nel pomeriggio è stato convocato un Cdm e che domani il premier uscente volerà a Bruxelles per un Consiglio europeo, in cui si tornerà a discutere della necessità di un tetto al prezzo del gas. Un fatto questo che, letto in filigrana, dimostra quanto Draghi abbia voluto svolgere il suo ruolo di civil servant fino in fondo.
Di politica interna nemmeno l’economista ha voluto parlare. Alla domanda: “Presidente, è ottimista sul futuro dell’Italia?”, inizialmente non ha risposto, poi Draghi è tornato indietro consapevole che il silenzio, specie in questi casi, può essere altrettanto insidioso, proprio perché ognuno ci può veder dentro ciò che vuole. «La non risposta è solo una non risposta, non c’è niente dietro, nessun significato, c’è solo un governo che ha finito», ha precisato l’ex numero uno della Bce. Ormai i trucchi della politica italiana li conosce tutti, non ci casca più. Quel che ci auguriamo noi è che sia il suo solo un saluto e non un addio a Palazzo Chigi.