Il segretario generale dell’Onu António Guterres ha detto che la crisi in Ucraina potrebbe portare 1,7 miliardi di persone, praticamente un quinto della popolazione globale, alla povertà e alla fame. L’Onu punta il dito contro la Russia e accusa lo zar di usare il cibo come arma di guerra: contattato dalla emittente Usa Cbs ,il direttore esecutivo del Programma Alimentare David Beasley ha lanciato un appello per permettere al «granaio del mondo» di continuare a svolgere il suo compito, vale a dire nutrire «400 milioni di persone del pianeta».
«La metà del grano che noi compriamo arriva dall’Ucraina, e ci permette di nutrire 125 milioni di persone. E quindi è un problema molto grave se non riusciamo a riportare i contadini nei campi, non alcuni contadini, tutti. In modo che possano seminare, spargere i fertilizzanti e mietere. Ed è ugualmente importante riaprire i porti del Mar Nero», la denuncia di Beasley. Bisogna far arrivare il cibo agli ucraini: solo a Leopoli ci sono 200 mila persone che in questo momento sono sfamate da organizzazioni umanitarie. Purtroppo però molte altre non hanno accesso al cibo da giorni. Prendiamo la città di Mariupol, sotto assedio da settimane.
Un appello che arriva dalla Fao, dall’Unicef, da tutte le organizzazioni umanitarie che nelle ultime settimane continuano a far pressione per trovare una soluzione almeno alla questione alimentare, che coinvolge tutti quei paesi dipendenti dall’export da Russia e Ucraina. Come spiega «La Repubblica», per non correre il rischio di rimanere con i magazzini vuoti, l’Egitto, ad esempio, ha appena siglato un accordo con l’India per importare un milione di tonnellate di grano, e ne ha chieste 240 mila entro aprile. Una crisi quella alimentare che sta determinando un balzo in su dei prezzi. E l’inflazione è destinata a durare a lungo, soprattutto se la produzione mondiale di cereali dovesse mancare anche l’anno prossimo.
L’Unione Europea ha dato incarico al Copa, di fornire agli agricoltori ucraini quello di cui hanno più necessità per seminare, soprattutto il carburante. Ma ciò non può bastare, se ne è resa conto anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen dopo la visita in Ucraina. Quest’ultima ha toccato con mano il bombardamento sistematico dei magazzini di grano da parte dei russi e il blocco delle navi che servono per esportare il grano. «Così aumenta la pressione sul sistema alimentare», aveva detto allora. La delicata questione alimentare era stata presa in considerazione già in occasione del vertice del G7 e di quello dell’Unione europea, organizzati a Bruxelles. Al momento una soluzione sembra però lontana.