Da presunti paladini della democrazia a persecutori del dissenso. Adesso la mente del Movimento cinque stelle, l’associazione Rousseau di Davide Casaleggio, ha individuato un nuovo bersaglio: il giornale online torinese “L’incontro”, fondato nel 1949 dal partigiano Bruno Segre. La “colpa” del quotidiano telematico sarebbe quella di aver pubblicato un articolo, a firma di Riccardo Rassotto, dal titolo “Rousseau, una distorsione paradossale della democrazia”, in cui si invita a tenere aperto il dibattito sui meccanismi decisionali del Movimento.
Apriti cielo. Casaleggio ha intentato una causa civile contro il giornale di Bruno Segre, chiedendo i danni. Il 14 gennaio ci sarà la prima udienza, che ci si preannuncia infuocata. “La denuncia di Davide Casaleggio, che mi sembra del tutto infondata – dice l’ex partigiano a Repubblica – dimostra che ‘L’Incontro’ che ho fondato e diretto per settant’anni continua la sua tradizione di rivista indipendente che ha lo scopo di informare il pubblico su tutti gli aspetti della realtà politica che ci circonda, anche quelli critici affrontati nell’articolo. Mi sorprende che il denunciante non si renda conto che fra i diritti civili di libertà, quello relativo alla libertà di stampa è fondamento e garanzia di ogni ordine democratico”.
Da “guardiani della democrazia” a censori della libertà di espressione. Senza entrare nel merito delle beghe interne al Movimento, dove non viene tollerata nessuna idea diversa da quella dettata da Rousseau – il caso Paragone parla chiaro, i tanti che abbandonano il partito di Di Maio pure -, il problema è sostanzialmente culturale. Una “cultura” quella grillina, prima urlata nelle piazze e poi approdata in Parlamento, che punta a restringere la libertà di pensiero e la libertà di espressione. Valori sanciti dall’articolo 21 della Costituzione.