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Omofobia, episodi di violenza in aumento e le istituzioni continuano a non fare niente

In Italia, in assenza di una legge nazionale contro l’omotransfobia, gli episodi di violenza e di discriminazione nei confronti delle persone LGBTQ+ si moltiplicano. Le denunce ufficiali sono poca cosa rispetto a quella che è la realtà dei fatti. Lo rivela il report annuale di “Gay Help Line” relativo all’anno 2021. Il rapporto, presentato in Campidoglio da Gay Center e Roma Capitale in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, conferma il trend allarmante di segnalazioni in netto aumento.

Oltre il 40% delle segnalazioni proviene da under 35 e più del 10% da persone trans, che si rivelano purtroppo ancora una volta le persone più discriminate. Crescono anche i maltrattamenti e le violenze in famiglia: dal 35% del 2020 al 42% del 2021, specie nella fascia 13-29 anni (59% subite da parte di familiari). Episodi dolorosi anche sul lavoro: il 35% dei lavoratori e delle lavoratrici LGBTQ+ segnala discriminazioni soprattutto dopo il coming out; il 15% denuncia atti di mobbing, stalking e revenge porn. Il 20% degli utenti fra 18 e 26 anni ha richiesto accoglienza presso Refuge LGBT, la prima casa famiglia in Italia per giovani LGBTQ+ discriminati in famiglia, e anche qui si evidenzia un incremento di circa il 10%, come riporta l’«Agenzia Dire».

Come ricorda il rapporto del Gay Center l’Italia nel 2022 si attesta 33esima su 49 nella Rainbow Map di ILGA Europe (International Gay Lesbian Association), assestandosi fra gli ultimi Paesi europei per politiche a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone LGBTQ+. «Serve assolutamente una legge nazionale che riconosca il fenomeno in un quadro normativo, per poterne valutare l’andamento e soprattutto renderlo denunciabile in maniera chiara. La maggioranza delle persone non vuole denunciare alle autorità, perché non si sente abbastanza tutelata in Italia. Ma anche le poche denunce fatte, in mancanza di una legge, non riescono ad essere identificate nella specificità del fenomeno di odio per orientamento sessuale ed identità di genere», ha dichiarato il portavoce del Gay Center Pietro Turano. «Le istituzioni devono capire che continuare a ignorare il fenomeno è proprio ciò che produce questi numeri sconcertanti», ha dichiarato all’«Agenzia Dire» il segretario generale di Arcigay Gabriele Piazzoni.