Kharkiv

Kharkiv, padre mostra le mani al soldato russo: “È il sangue di mio figlio ucciso”

«Hai ucciso mio figlio. Questo è il sangue di mio figlio, lo vedi? E adesso io cosa dovrei provare per te, eh…?». Sono le parole che Vitaly Selevny, senza più lacrime, ha rivolto al soldato russo ritenuto l’assassino di quel ragazzo di appena 15 anni. La moglie Svetlana si dispera e urla, lui padre inconsolabile si sente vuoto. Di fronte a loro quel militare russo seduto sui gradini di una scala di cemento, piange senza ritegno. Piange sì e fissa la punta dei suoi scarponi. Ha un nastro adesivo verde sugli occhi e, come riferisce «Il Corriere della Sera», non vede che faccia ha l’uomo che gli sta parlando. Poi qualcuno glielo toglie e i suoi occhi incrociano quelli di quel padre distrutto. Ricorda la scena di Priamo nella tenda di Achille subito dopo la morte di Ettore raccontata nell’«Iliade». Uno strazio che non ha nome.

«Questo è il sangue di mio figlio», continua a ripetergli Vitaly Selevny. Lo riferiscono ancora sotto choc i giornalisti e i fotografi che giovedì mattina erano con la famiglia di Denis a documentare l’evacuazione degli ultimi animali rimasti nello zoo di Kharkiv, il Feldman Ecopark. Fra loro Björn Stritzel, del quotidiano tedesco Bild, che ha ripreso e diffuso anche la fuga rocambolesca verso l’ospedale sotto il fuoco russo e gli ultimi istanti di via del 15enne. Ogni tentativo però si è rivelato inutile: il giovane è morto, non avrà un futuro, non diventerà mai grande.

Una scheggia ha reciso l’arteria femorale del povero Denis e prima che i medici potessero fare qualsiasi tentativo lui era già morto dissanguato. Come un disco rotto la madre Svetlana continuava ad urlare davanti ai dottori: «Non ho più mio figlio, non ho più Denis». Strappato via da una guerra infame, vittima innocente di una raffica di colpi. L’autista del Feldman Ecopark ad un tratto si è avvicinato al soldato russo e gli ha urlato contro di tutto, e quando Vitaly è andato in quella stessa direzione gli ha detto: «Guardalo, dannazione. Guarda quest’uomo. È il padre del ragazzino che hai appena ucciso». Ha aperto bene i palmi delle mani per mostrare a quel soldato l’ultima traccia di Denis: il suo sangue.