Un miliardo di euro al giorno che l’Europa versa alla Russia per acquistare il gas e, indirettamente, sovvenzionare così la guerra sanguinaria di Putin in Ucraina. Ma è ora di dire basta a questo ricatto energetico sporco del sangue degli ucraini, almeno secondo quanto afferma oggi su La Stampa il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, intervistato da Alan Friedman.
“A breve interromperemo, per una questione anche etica, la fornitura di gas dalla Russia – afferma Cingolani, che annuncia come grazie al lavoro del governo Draghi entro 18 mesi il nostro paese potrà essere indipendente dal punto di vista energetico, rinunciando così ai 29 miliardi di metri cubi annui di gas russo che oggi arrivano tramite il gasdotto di Tarvisio -. Entro il secondo semestre dell’anno prossimo potremo cominciare ad avere una quasi totale indipendenza dalla Russia”. Come? Rafforzando le forniture da Medio Oriente, Africa e Nord America, aumentando la capacità del Tap per avere più gas dall’Azerbaijan, introducendo rigassificatori galleggianti e potenziando quelli esistenti e velocizzando le pratiche per la produzione di rinnovabili.
“Rispetto agli altri paesi europei noi non abbiamo il vantaggio di avere cinque gasdotti che ci collegano a nord, a sud e a est – aggiunge ancora il ministro -. C’è un accordo con l’Algeria, in questi giorni e la prossima settimana andremo in altri paesi, specie africani, e prevediamo di arrivare a circa due terzi di quello che ci serve già nelle prossime settimane. Entro il secondo semestre del 2023 potremo avere una quasi totale indipendenza”.
Tempo abbreviati, dunque, anche rispetto ad una prima ipotesi di 24/36 mesi per diventare indipendenti dal gas russo. “La strategia è duplice – spiega ancora Cingolani -. Da un lato manderemo al massimo il trasporto di gas nei gasdotti coi nuovi contratti, poi aumenteremo la capacità di rigassificazione, perché il gas può anche essere liquefatto e trasportato liquido. In Italia di rigassificatori ne abbiamo tre, ne aggiungeremo altri due galleggianti che dureranno per il periodo che ci serve, non per sempre”.
“La dipendenza dell’Europa dal gas russo è stato un grave errore geopolitico fatto begli ultimi 20 anni – aggiunge -. Non si può pensare di risolverlo in un mese, ma con un miliardo al giorno stiamo indirettamente finanziando la guerra di Putin. L’Italia è avanti nel processo di diversificazione, stiamo procedendo rapidamente per chiudere questa storia il prima possibile”. Per il ministro, in ogni caso, l’embargo del gas russo per l’Italia non sarebbe del tutto una tragedia. “Sarebbe un problema importante, ma stiamo parlando del 40% del nostro gas in meno, che a sua volta è il 36% di tutta l’energia primaria – svela -. Anche guardando le analisi macroeconomiche ci potrebbe essere un impatto molto forte, però su questo c’è un dibattuto in cui qualcuno dice che alla fine potrebbe essere meno grave del previsto”.