Per sollevare la nebbia delle fake news sui massacri a Bucha e in Ucraina, ieri sono dovuti scendere in campo i pesi massimi del regime russo, Peskov e Lavrov, sollevando astruse obiezioni sulle immagini che abbiamo visto di morti, uomini e donne ammazzate per strada.
La manipolazione psicologica sui media funziona e ha funzionato per anni così, in modo subdolo, presentando al pubblico false informazioni con l’intento di far dubitare il lettore o lo spettatore di quanto vede, apprende, percepisce.
Oggi il regime russo nega di aver commesso qualcosa o che quel qualcosa sia mai accaduto, anche in Bosnia avvenne la stessa cosa con i massacri perpetrati dai serbo-bosniaci, oppure si cerca di disorientare rovesciano su altri (gli Usa, la Nato) le proprie responsabilità.
Ieri, in Italia, il gaslighting avveniva senza che nessuno avesse nulla da obiettare, come ha ricordato ieri Canestrari: gli articoli di Sputnik e di Russia Today, la propaganda russa rilanciati da Casaleggio sul network 5 Stelle e che si è cercato frettolosamente di cancellare dal web.
Casaleggio associati nel 2018 ha ottenuto anche la rimozione dal web degli articoli in cui il Movimento citava testi di propaganda di Mosca. Così le fake news del Cremlino prima scorrevano sui nostri social media, influenzavano l’opinione pubblica italiana, venivano legittimate dai canali del movimento e dei sovranisti, poi sparivano alla bisogna. Che fa rima con vergogna.