L’Europa ha il coraggio di non sottostare al ricatto di Putin sul pagamento in rubli del gas russo? Ha la forza di cercare altrove l’approvvigionamento energetico necessario, ad oggi fornito quasi interamente dal folle invasore con le mani sporche del sangue degli ucraini e dei suoi soldati mandati al macello al fronte?
Sembra che la risposta stavolta sia affermativa. Che stavolta l’Europa – e l’Italia – non reagiranno dicendo “obbedisco”. Che non accetteranno l’ultima imposizione di Putin, vale a dire aprire un conto corrente presso una banca russa per pagare il gas in rubli, senza considerare gli accordi presi dall’Europa con Gazprom sulle transazioni in euro e in dollari. “Gli europei pagheranno adesso il gas americano di più – ha detto sprezzante il capo del Cremlino -. Gli Usa cercano di risolvere problemi a discapito di altri, dell’Europa. E di scaricare i propri errori cercando di trarre profitto dall’instabilità mondiale. Adesso l’Europa pagherà a un prezzo più alto il gas che comprerà dagli Usa”.
Solite tecniche di distrazione di massa, insomma, ma stavolta l’Europa non ci sta. Perché, tecnicamente, se il pagamento del gas passa da una banca russa e non da Gazprom, l’acquirente non sta comprando gas ma rubli. Quelli di cui, specie con le sanzioni in atto, ora Putin ha bisogno per continuare a sostenere il peso della sua folle guerra. Il nodo è tutto qui, come spiega bene oggi Claudio Cerasa su Il Foglio: capire se è più dipendente l’Europa dal gas russo o la Russia dai soldi europei. La partita sulla guerra ucraina si gioca in buona parte qui.
L’Europa, però, per il momento ha annunciato che non intende accettare il ricatto dello zar, che solo due giorni fa aveva rassicurato il premier italiano Mario Draghi sul fatto che “i contratti esistenti rimangono in vigore”, pagamenti compresi, e che ieri ha invece firmato un editto (i decreti in Russia non sono altro che editti) in cui si prescrive, a partire da oggi, che i paesi europei che comprano il gas russo dovranno aprire un conto presso una banca sovietica ed effettuare i pagamenti in rubli. La risposta europea? Picche. Adesso, anche se è tardi e anche se sarà altissimo il prezzo che l’Europa (e l’Italia in prima linea) dovrà pagare per non aver mai attuato vere politiche energetiche che portassero i paesi dell’Unione all’autosufficienza (o almeno a condizioni di minima sopravvivenza), la direzione imboccata sembra quella di una fiera resistenza alle prepotenze dell’invasore. Francia e Germania hanno annunciato che proseguiranno coi pagamenti in dollari a Gazprom, mentre la Polonia ha previsto un embargo sul carbone russo entro maggio e sul petrolio e sul gas entro dicembre.
Anche in Italia il blocco dell’importazione delle risorse energetiche dalla Russia non può più essere un tabù, e non deve essere considerato una condizione immodificabile solo perché fino ad oggi nessuno ha avuto il coraggio di spezzare la catena con il minaccioso zar del Cremlino. Sganciarsi dalla Russia, incredibile!, si può, con buona pace dei matteosalviniani: lo dice, come riporta Il Foglio, un report interno commissionato dal governo italiano alle sue società partecipate specializzate in energia, lungo 120 pagine. A pagina 39 la svolta, che nessuno fino ad ora si è mai premurato neanche di verificare: l’Italia può fare a meno della quantità tra i 20 e i 27 miliardi di metri cubi di gas russo che le servirebbero per sopravvivere, energeticamente parlando, già dall’anno in corso e per il prossimo. Come? Aumentando nei prossimi mesi la produzione interna di un miliardo e importando tra i 5 e i 10 miliardi dal Nordafrica, insieme ad una diminuzione di un solo grado di riscaldamento nelle nostre case (con un risparmio di un miliardo di metri cubi di gas) e a quella volontaria dei consumi delle imprese industriali per “cinque giorni al mese durante il periodo invernale” (un altro miliardo di metri cubi risparmiato). E poi qualche economia sull’illuminazione pubblica – sul modello di altri paesi UE – e un ripensamento sul carbone. Si può fare, e almeno tentare è un dovere. Italiani, ci state a qualche piccolo sacrificio per liberarci della dipendenza dal sanguinario autarca russo?