“Da quando Angela Merkel ha lasciato la scena si vedono solo uomini”. Per l’ex ministra socialista francese Ségolène Royal c’è troppo “machismo” in giro e così invoca il coinvolgimento dell’ex cancelliera tedesca per la risoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina. “Per un intervento diplomatico di più alto livello”. Dice. Peccato che in politica estera Merkel non abbia dato proprio il meglio di sé. A partire dal fallimento – dichiarato – in Afghanistan. “Una valutazione sbagliata. Non una valutazione sbagliata tedesca (non sia mai, ndr), ma una valutazione sbagliata comune”, aveva ammesso la stessa Merkel qualche mese fa. “Non siamo riusciti a raggiungere quello che ci eravamo preposti”.
Con buona pace di tutti. Visto che dopo 16 anni al Kanzleramt, colei che era stata definita la leader del mondo libero, ha lasciato in eredità un’Europa non certo più sicura e coesa di quanto lo fosse nel 2005, quando sostituì Gerhard Schröder. E infatti. Basta fare un salto indietro fino al 2013, quando Merkel, insieme a François Hollande, tenta di mettere una pezza al bagno di sangue in piazza dell’Indipendenza a Kiev, all’annessione della Crimea da parte della Russia e all’inizio della guerra nel Donbas, con gli accordi di Minsk del 2015 . Mai applicati fino ad oggi. Per non dire degli accordi tra tedeschi e russi per il gasdotto Nord Stream, fatto apposta per saltare l’Ucraina ma che a guerra scoppiata è stato congelato.
Insomma, pragmatica certamente, ma che durante il suo lungo Governo Merkel abbia commesso più d’un passo falso in politica estera, è storia. Eppure Royal vede nell’ex cancelliera l’unico barlume di speranza per risolvere la guerra in Ucraina. “Ci sono le telefonate, che male non fanno, e i negoziati tecnici, che però non hanno alcun vero mandato politico; mentre manca una mediazione di alto livello”. Che a livello globale può essere rappresentata solo ed esclusivamente dalla Merkel: l’ex ministra d’Oltralpe ne è convinta. La nostalgia per il vecchio asse franco-tedesco gioca brutti scherzi.