È una lettera di condoglianze sentita, commovente, quella che il presidente ucraino Zelensky ha inviato alla famiglia del giornalista americano Brent Renaud, ucciso dalle forze armate russe a Irpin, alle porte di Kiev, mentre testimoniava la fuga degli ucraini dalla capitale. A renderla nota lo stesso capo di Stato sui suoi canali social.
“È con profonda tristezza che vi scrivo per presentarvi le mie condoglianze sincere per la perdita del vostro amato figlio e fratello”, ha esordito Zelensky. “Giornalista di talento e coraggioso, Brent ha perso la sua vita mentre documentava la tragedia umana, la devastazione e la sofferenza di milioni di ucraini. Con tutto il suo coraggio e determinazione, ha viaggiato nelle più pericolose zone di guerra per filmare la spietatezza e il male senza precedenti inflitti alla nostra nazione dallo Stato aggressore. Possano la sua vita e il suo sacrificio ispirare il mondo a contrapporsi alle forze delle tenebre”, le battute finali della toccante lettera. A poche ore dalla pubblicazione in rete della missiva di Zelensky è giunta la notizia del ferimento di un altro giornalista straniero impegnato a seguire il conflitto in Ucraina. Si tratta di Benjamin Hall, 39 anni, inviato di «Fox News».
È stata la stessa emittente americana a precisarne l’identità, ma non si conoscono ancora troppi dettagli sull’accaduto. Secondo quanto dichiarato dal procuratore generale Irina Venediktov il giornalista è ora in terapia intensiva sotto osservazione. “Quest’uomo non era presso qualche struttura militare, che i funzionari russi prendono costantemente di mira. Non trovandosi presso una struttura militare è stato gravemente ferito. Il crimine accaduto l’abbiamo segnalato nell’apposito registro”.
La Venediktova ha asserito di voler fare il punto, nello specifico, “sui crimini di guerra che hanno colpito i cittadini dei nostri paesi partner”. Sono i giornalisti nel mirino dei Russi? Mosca intende colpire chi fa informazione? Dopo due casi tanto ravvicinati, gli interrogativi sono purtroppo leciti.