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Putin tragicomico, con lui la Russia ha perso credibilità

Un conto sono le intenzioni, un altro è la dura realtà. E Vladimir Putin comincia a sentire sulla sua pelle gli effetti di una guerra che si è rivelata più complicata del previsto. Una strada senza ritorno per lo zar, che sta vedendo la credibilità della sua Russia andare in pezzi. A dare un’idea di quella che è la situazione Michele Valensise, diplomatico italiano, già segretario generale del Ministero degli Affari Esteri dal 2012 al 2016. Sull’«Huffington Post» con un paio di esempi l’ambasciatore ha fatto capire il grave momento di difficoltà che sta vivendo la diplomazia russa.

“Con tono perentorio e carte alla mano il rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, ha proclamato in Consiglio di Sicurezza che l’artiglieria russa nulla ha a che fare con il bombardamento dell’ospedale di Mariupol”, spiega Valensise. Dunque per loro nessuna responsabilità di Mosca in quel terribile attacco contro civili. Peccato però che il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, avesse già ammesso che l’ospedale era stato colpito volontariamente dalle milizie russe perché si sarebbe trattato di una postazione militare ucraina.

Ora, spiega Valensise, “di norma, un diplomatico che contraddice platealmente il suo ministro potrebbe passare un brutto quarto d’ora. Invece l’ambasciatore Nebenzya potrà stare tranquillo, dato che anche il suo capo ha dimostrato una penosa disinvoltura nel rapporto con la realtà. Ad Antalya, oltre ad escludere propositi bellici di Mosca contro Paesi vicini, Lavrov ha negato che le truppe russe abbiano attaccato l’Ucraina”. 

E Putin in queste ultime settimane non è stato da meno: continua a negare gli attacchi ai civili di Kiev, Kharkiv e Mariupol, pur essendo essi sotto gli occhi di tutto il mondo. E questo fa intuire quanto i piani di realtà e racconto si stiano sovrapponendo fra loro, fino a confondersi. Sarà complicato, se non impossibile, per lo zar riprendere il bandolo della matassa. In un negoziato diplomatico, come spiega, Valensise, la credibilità ha infatti un valore elevatissimo.

“Se l’affidabilità manca o viene meno, la via del compromesso, dell’intesa diventa ancora più tortuosa e finisce spesso in un baratro”. Come andrà? Difficile dirlo. L’epilogo dell’aggressione porterà con sé l’esigenza di disegnare «una nuova architettura di sicurezza condivisa» proprio perché «distanza e diffidenza innalzeranno una nuova barriera Est-Ovest». Per questa ragione bisognerà «a piccoli passi, accantonare nazionalismi, sospetti e propaganda d’altri tempi, come facemmo cinquanta anni fa».