L’Europa accelera i tempi di costituzione del battaglione europeo, una forza militare della Ue da impegnare negli scenari di crisi, dai Balcani alla Europa orientale, fino al Medio Oriente e l’Africa. Insieme al battaglione europeo, la questione diventa quella di ripensare gli investimenti sulla difesa europea, per rendere la Ue più indipendente dagli Usa sul tema della sicurezza così come si sta cercando di fare sulla energia dai fornitori esteri a cominciare quello russo.
L’annuncio fatto recentemente dalla Germania sul mega investimento nel settore della Difesa va in questa direzione. Dunque la Ue ha bisogno di muoversi, come ha scritto oggi il ministro Brunetta, verso una maggiore integrazione, militare, energetica e così via. “Per essere davvero garante della nostra autonomia strategica, e per far fronte alle discontinuità epocali del mondo attuale, oggi l’Europa deve ergersi a superpotenza: economica, militare, energetica, tecnologica. Non è sufficiente produrre norme e prescrivere comportamenti. Perché gli arbitri non vincono mai la partita”.
In questo senso dobbiamo aggiungere un terzo elemento ai due appena citati. Accanto alla formazione di un esercito professionistico europeo (iniziando dal battaglione europeo) e alla questione centrale dell’incremento di investimenti nella spesa militare e per la difesa, non possiamo non tenere conto della reale volontà dei cittadini europei di credere nella difesa comune.
Crederci vuol dire impegnarsi. Impegnarsi, come ci sta dimostrando il popolo ucraino vuol dire non avere paura ad essere al fianco dei militari professionisti, vuol dire sapere cos’è un’arma e come si usa per difendersi e non considerarla il male assoluto o un oggetto proveniente dal pianeta marte. Tanto più se regimi criminali come quello di Putin pensano di invadere altri Paesi senza trovare resistenza.
Crederci, impegnarsi, mostrare coraggio vuol dire, in fin dei conti, essere disponibili a una leva volontaria che sia in grado di mobilitare pezzi della società europea in situazioni di crisi estrema come quella che sta vivendo il popolo ucraino. L’Ucraina lo ha fatto, preparandosi all’invasione russa considerando le minacce di Putin degli ultimi anni.
Dunque un esercito europeo fatto di professionisti e che non si sovrapponga alle forze della Nato. Un incremento degli investimenti nella spesa militare e per la difesa. La capacità di mobilitare volontari per difendere la nostra sicurezza. Siamo noi l’esercito europeo.