«Mi ritengo un moderato sostenitore di Vladimir Putin» perché «nella Russia di oggi non esistono valide alternative». A dirlo è Antonio Gramsci, nipote del fondatore del Partito comunista italiano e suo omonimo, in un’intervista al «Corriere della Sera». Ora, va beh che da che punto guardi il mondo tutto dipende, ma quando è troppo è troppo. Non si possono leggere certe dichiarazioni senza provare un senso di fastidio. Frasi come «Il nostro popolo non ha mai conosciuto una vera libertà. Io c’ero ai tempi dell’Urss, ci sono nato. Meglio ora. (…) La sensazione che solo Putin possa garantire gli interessi del suo Paese, e che quindi quel che decide va bene, le posso assicurare che è molto diffusa», fan davvero venire un po’ l’orticaria. Stabilità con lo zar al potere? Con quei modi autoritari? Con tutto quello che sta accadendo? Ci si potrebbe scrivere un libro in proposito.
A detta di Antonio Gramsci, che fa l’insegnante alla scuola in lingua italiana della nostra ambasciata a Mosca, dove è nato, nessuna delle persone con le quali parla è d’accordo con i media occidentali quando dicono che Putin ha iniziato questa guerra senza alcuna ragione. Ma davvero? Non per voler semplificare, ma dietro il sanguinoso conflitto con Zelensky non c’è il ruolo della Nato, ma si cela la visione neo imperialista del presidente russo. Perché riscattare il Paese in declino proprio adesso? Beh, in primo luogo si potrebbe considerare l’età, Putin è ormai vicino ai 70 anni: prima o poi dovrà ritirarsi dalla scena politica e questa potrebbe essere una delle ultime chance per portare a compimento il progetto imperialista, così come lui lo concepisce. E Putin ha una visione tutta sua delle cose. Nell’ormai tristemente noto discorso alla nazione, lo zar aveva sottolineato: “L’Ucraina è parte integrante della nostra storia e cultura. Non è solo un Paese confinante, sono parenti, persone con cui abbiamo legami di sangue. L’Ucraina è stata creata dalla Russia. Fu Lenin a chiamarla in questo modo, è stato il suo creatore e il suo architetto. Lenin aveva un interesse particolare anche per il Donbass”.
Nella personale ricostruzione di Putin, è stato “un errore” del leader bolscevico strappare i territori alla Russia per creare l’Ucraina. Sempre secondo lo zar “l’Ucraina non ha mai avuto una tradizione stabile come nazione a sé stante. Quindi ha iniziato a copiare modelli di vita degli altri Stati, in questo caso occidentali, diventando una serva”. Ci rendiamo conto? Capite bene quindi che la posizione di Gramsci Nipote quando dice che “il diavolo è sempre nei dettagli di questi otto anni di tensione continua con l’Ucraina, di un conflitto a bassa intensità nel Donbass che è andato avanti senza che il governo di Kiev facesse nulla per fermarlo”, sono inaccettabili. Non si può non credere che Gramsci (non è il solo) sia stato sedotto dalle lusinghe della propaganda asfissiante dei media russi. Lui dice di no, ma altro che…