uaAh, l’indomabile spirito dell’innovazione, costantemente insidiato da pesanti catene legislative! Ebbene sì, siamo di fronte a una nuova trionfante marcia indietro, con il ddl Lollobrigida che, con la sua visione retrograda, vuole proteggere il nostro bel paese da una minaccia inesistente: la “carne sintetica”. Così, nell’audacia di questa previsione, l’Italia si premura di bloccare un settore che potrebbe, un giorno, rappresentare un’importante opportunità economica e scientifica.
Il ddl, che ha ottenuto l’approvazione con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti, proibisce la produzione, la commercializzazione e la ricerca di nuovi cibi coltivati in laboratorio. Tutto molto drastico, se non fosse che, attualmente, l’Unione Europea non ha approvato alcun prodotto alimentare derivante da colture cellulari. Diciamo che è come se avessimo deciso di proibire la vendita di automobili volanti, nonostante nessuna azienda sia ancora in grado di produrne.
Ma aspettiamo: cosa succederà se l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, autorizzerà la carne sintetica? Ebbene, il divieto del Ministro Lollobrigida sarà annullato. Sembrerebbe una buona notizia, no? Tranne per il fatto che, a quel punto, gli italiani potrebbero consumare carne sintetica solo se prodotta all’estero. Come dire, in barba all’autosufficienza e alla celebrazione del ‘made in Italy’, grazie a questa legge saremo dipendenti dalle importazioni straniere per i nostri gustosi bocconi di laboratorio.
Un tocco di maestria politica, senza dubbio. Un successo per un governo che riesce a dividere un’opposizione già frammentata, mostrando una capacità di manipolazione dei voti degna di un illusionista. Al contempo, una sconfitta per un paese che vede frenate l’innovazione, la ricerca e la produzione nazionale. Ma del resto, a cosa servono le nuove idee quando si può tranquillamente rimanere aggrappati al passato? Una cosa è certa: la corsa verso il futuro non è per i timidi, o per coloro che temono le mucche sintetiche.