Carlo Calenda ha obiettivi ambiziosi: “Il 19%, quello che ho preso a Roma”. D’altro canto il Terzo Polo piace ai moderati di destra e sinistra e i sondaggi gli danno ragione: l’ultima rilevazione Swg dà l’alleanza Azione-Italia Viva al 7,2%, mezzo punto sopra a Forza Italia; così come l’Istituto Noto, che segnalava un Terzo Polo al’8% con FI al 7,5%.
Anche se non tutti i sondaggi danno già per sancito il sorpasso, l’erosione di voti di Calenda e Renzi nei confronti del partito di Berlusconi è evidente. «Secondo la nostra supermedia, che aggrega la tendenza generale di tutte le stime, da inizio agosto Azione e Italia Viva sono passate dal 5% al 6,5%, mentre Forza Italia ha avuto una lieve contrazione dall’8% iniziale», commenta Lorenzo Pregliasco di Youtrend al Messaggero.
Guardando ai numeri si vede che la crescita del Terzo Polo è dovuta a delle riduzioni proporzionali nelle preferenze del Pd, delusi dalle alleanze intessute da Letta, e della stessa Forza Italia, ai cui elettori non convince convinti l’alleanza con la Lega e Fratelli d’Italia e restano delusi dalla complicità degli azzurri nella caduta del governo Draghi.
“Abbiamo stabilmente superato FI e adesso tocca affrontare la Lega in Veneto e far capire che il loro programma prevede 180 miliardi di deficit con la flat tax e di 65 di Quota 41”. E’ un Calenda decisamente ottimista quello, a 19 giorni dal voto, annuncia al Corriere che, proprio in Veneto, si aspetta uno dei risultati migliori: “Raggiungeremo il 20%”, dice. “I veneti sono gente seria”. Passando al tema del gas, il leader di Azione sostiene che si dovrebbe sganciare il prezzo del gas dalle rinnovabili che vuol dire diminuire del 40% il costo della bolletta e investire 10 miliardi per coprire nel periodo invernale le aziende energivore. “Fa ridere – dice – che la coalizione di destra, che gli ha votato contro, ora chieda uno scostamento di bilancio”. Quanto alle tasse “vanno diminuite”. La riduzione delle tasse va fatta, poi, con un vincolo di destinazione sul recupero dell’evasione, ogni euro deve andare là. E ovviamente siamo radicalmente contrari a qualsiasi tipo di patrimoniale, mentre siamo favorevoli a rendere strutturale Industria 4.0 allargandola al tema dell’energia”.
Quanto al governo di unità nazionale, infine, Calenda ritiene che si debba andare avanti con Draghi. “Il nostro obiettivo – spiega al Corriere – è andare avanti in modo che, se ci danno voti a sufficienza, non si formino coalizioni di destra, che non stanno in piedi per un minuto visto quanto si odiano Salvini, Meloni e Berlusconi, né coalizioni di sinistra, che vedrebbero insieme Pd, 5S, Bonino, Bonelli, Fratoianni…un casino di cose diverse. Si vada avanti, invece, con Draghi e con chi ci sta”.