Una politica realmente democratica non può prescindere da creatività e fantasia.
Una buona destra che voglia porsi come forza politica ispirandosi ai principi di difesa del bene comune:
1 deve dire sempre la verità, perseguire l’onestà e rinunciare alle promesse che non si possono mantenere;
2 deve rinunciare al clientelismo, primo nemico del bene comune, e adottare regole che garantiscano la trasparenza in ogni fase della gestione politica ed amministrativa, la quale non solo deve essere, ma deve anche apparire cristallina;
3 deve contrastare il “Partito Unico della Spesa” che da destra a sinistra insegue demagogicamente gli elettori, raccogliendone strumentalmente tutte le richieste e finanziandole con lo sconsiderato aumento a dismisura del debito pubblico, principale causa del declino economico e sociale del nostro Paese;
4 deve con coraggio contrastare la logica di una società rassegnata all’appiattimento decadente e senza speranza e farsi, al contrario, promotrice di un modello sociale di naturale ritorno alla meritocrazia ad ogni livello, a partire dalla scuola e dall’università;
5 deve avere tra gli obiettivi principali meno burocrazia, meno leggi, più assunzione di responsabilità, perché una buona destra non può che riscoprire la capacità decisionale come valore fondante della propria azione politica;
6 deve difendere e servire sempre i diritti e mai i privilegi e rifuggire la demagogia, il populismo e il sovranismo ingannevoli e strumentali;
7 deve adottare decisioni, modalità e strumenti di governo che consentano di evidenziare il disegno complessivo e di misurarne costantemente i risultati, senza temere l’impopolarità se ritenuti funzionali al bene comune;
8 deve promuovere e favorire l’adozione di ogni strumento possibile per garantire il massimo coinvolgimento della società civile e produttiva, dotando i cittadini delle necessarie chiavi di lettura per comprendere se l’assunzione delle decisioni, a qualsivoglia livello politico e amministrativo, possa essere giustificata dalla tutela del bene comune, in modo da rendere la democrazia realmente partecipata;
9 non può prescindere dal controllo popolare sulle attività della politica e della pubblica amministrazione, intese nel senso più ampio ed onnicomprensivo, nelle forme e nelle modalità che dovranno essere definite per garantire un sistema democratico fondato sulla verità, sull’efficienza e sull’efficacia;
10 deve riorganizzare il sistema produttivo nazionale per attrezzarlo a raccogliere e vincere la sfida per la competitività, promuovendo tra l’altro la liberalizzazione da tutti i vincoli protezionistici, i privilegi insopportabili, le rendite di posizione che ingessano il sistema ed il cui prezzo è pagato dalle categorie economiche e sociali più deboli, a partire dai giovani a cui viene rubato il futuro, nonché per attuare politiche di effettivo riequilibrio territoriale tra Nord e Sud Italia;
11 deve puntare a politiche economiche di riduzione delle spese correnti, specie di quelle introdotte per manipolare il consenso a fini di effimeri risultati elettorali, e avviare un’azione di investimenti pubblici infrastrutturali e di riqualificazione degli spazi urbani delle nostre città, nonché azioni per la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, come nella migliore tradizione dell’Italia, per dare vita ad un nuovo Rinascimento del Bel Paese della bellezza e della cultura che fermi il declino e ci restituisca il posto nel mondo che ci compete;
12 deve procedere ad una riforma fiscale e tributaria finalizzata alla riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sui cittadini quale misura fondamentale per assicurare la crescita degli investimenti, dell’occupazione e dei consumi;
13 deve ideare e realizzare una politica per la crescita del lavoro in Italia, per l’occupazione dei giovani e per bloccare l’espatrio dei cervelli e facilitare il ritorno in Patria di chi è partito;
14 deve essere laica e garantire i diritti delle persone senza distinzione di età, sesso, identità sessuali, provenienza etnica, ceto sociale e convinzioni politiche, deve tutelare la libertà di culto di tutte le religioni senza mai strumentalizzare i simboli religiosi e onorare i valori umani e storici delle radici dei popoli europei;
15 deve garantire la vita umana nel rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali e quindi soccorrere sempre e comunque i migranti con lo status di profughi e quelli economici in pericolo di vita, rifiutando di ricorrere a forme disumane di chiusura o respingimento e procedendo a tutte le funzioni di assistenza fisica, morale e sanitaria necessarie;
16 deve chiarire che il sacro dovere di salvare vite umane in mare non coincide con il dovere dell’accoglienza sempre e comunque. In tal senso la politica ha il dovere di fissare regole e criteri per la gestione dei flussi dei migranti economici, in funzione della oggettiva sostenibilità economica e sociale degli stessi e nella massima armonia con i Paesi dell’Unione Europea;
17 deve farsi carico delle riforme procedurali in tutti gli ambiti processuali: civile, penale e amministrativo, mirando a eliminare quegli istituti che non servono al diritto di difesa e puntando a un miglioramento della qualità del servizio di giustizia, senza riduzione delle garanzie. La giustizia negata ha molte cause che fino ad oggi volutamente non sono state affrontate e risolte e va ripristinata l’effettività del sistema giurisdizionale nel senso non solo di addivenire alla giusta sentenza in tempi rapidi e certi, ma anche che i condannati in sede penale scontino la pena e le vittime ottengano il risarcimento del danno subito;
18 deve adottare un sistema elettorale che garantisca la governabilità del Paese e consenta la piena e diretta rappresentatività territoriale agli elettori e non ai vertici dei partiti;
19 non può che essere europeista e per questo deve assumere la responsabilità di dichiarare l’Unione Europea incapace di garantire la sovranità dei popoli europei perché, contrariamente alle tesi sovraniste, non è una entità federale, ma una semplice associazione di stati spesso divisi e concorrenti, in particolare in tema di politiche internazionali. In un mondo tripolare avviato ad essere governato dai tre imperi di USA, Russia e Cina, l’unica istituzione in grado di rappresentare e garantire la sovranità dei popoli europei al tavolo dei grandi sarebbe, se costituita, la Federazione degli Stati Uniti d’Europa;
20 deve avviare per questo un’azione politica, non solo in Italia, sulla necessità dell’impegno per la trasformazione dell’UE in USE, che è l’unica soluzione che consentirebbe l’effettiva parità tra tutti i cittadini europei grazie all’acquisizione della piena cittadinanza europea e del diritto-dovere di eleggere il governo e il parlamento europeo, dando vita alla realizzazione dell’unità militare, fiscale e bancaria, la cui mancanza impedisce oggi qualsiasi ruolo internazionale autonomo e significativo all’Europa, ed un ingiusto vantaggio alle tre super potenze, promuovendo il Patriottismo Europeo, unico vero e sano sentimento che può garantire la sovranità dei popoli d’Europa.