In un editoriale uscito su «Quotidiano Nazionale», il docente associato presso l’Università di Bologna, Scuola di Scienze Politiche, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, Sofia Ventura, ha detto la sua sulle conseguenze scaturite dallo strappo Pd-Azione: “Che farsi imbarcare nella scialuppa del centrosinistra non fosse stata una buona idea per Azione lo avevano sostenuto in molti. Dopo alcuni giorni di osservazione e riflessione, se ne è convinto lo stesso Carlo Calenda. Così, ieri, alla trasmissione di Lucia Annunziata, ha annunciato il venir meno dell’accordo con il Pd di Enrico Letta. Non vale la pena soffermarsi sull’acceso dibattito che ne è seguito. Vale invece la pena chiedersi cosa questo comporterà”, l’esordio della politologa. Stando a quello che dicono studiosi e sondaggisti, probabilmente la rottura tra Calenda e Letta porterà alcuni seggi in più a una destra comunque vincente. Però “non abbastanza da permettere al trio Meloni, Salvini e Berlusconi d i ottenere una maggioranza sufficiente a cambiare la costituzione senza la spada di Damocle del referendum costituzionale”, evidenzia la Ventura.
“Per quanto riguarda l’offerta politica, invece, il cambiamento è significativo. Esiste un’Italia che non ama le sirene del populismo, i suoi messaggi grossolani e semplicistici, sovente violenti e discriminanti verso persone e gruppi. Un’Italia che non intravede dietro al vociare della destra radicale un plausibile programma di governo. Ma un’Italia che, al tempo stesso, non si riconosce in una sinistra che tra immobilismo e attaccamento alle reti di potere non difende più gli interessi di nessun gruppo sociale se non i propri. Quell’Italia non ha rappresentanza”, ha spiegato nel suo lungo commento Sofia Ventura.
Per lei il partito di Calenda aspira a colmare quel vuoto: “Nel sistema attuale è molto difficile. Certo è che, soldato tra tanti, raccolto per strada, di un’armata Brancaleone, non avrebbe nemmeno cominciato, impossibilitato a darsi un’identità e costretto a giustificare i più strani compagni di strada. Ora avrà forse l’occasione di forgiarsi e mostrarsi in una campagna elettorale non facile. Un inizio. E una potenziale ricchezza nell’inaridito sistema politico italiano”.