“Non salvo nessuno di quei partiti che hanno dato la spallata al governo: Draghi ha dato autorevolezza all’Italia a livello internazionale e quando l’ho incontrato mi ha illustrato i 55 punti ancora da realizzare per ottenere i soldi del Pnrr. Denaro da investire bene perché poi lo dobbiamo restituire, questo non lo dice nessuno”.
A parlare, in un’intervista di Govanni Pons a Repubblica, è Renzo Rosso, imprenditore alla guida di un’azienda da 1,5 miliardi di fatturato e deluso dalle manifestazioni della politica. “L’Italia è stanca – dice – prevale una mentalità vecchia con cui si prepara questa campagna elettorale, tutti criticano, offendono l’avversario, guardano al tornaconto personale. Penso che gli italiani siano stufi di questi comportamenti, hanno bisogno di parole costruttive, di sapere come si risolvono i problemi, senza odio”.
Rosso spiega anche che, invece di mandare le navi a fermare i migranti, “dovremmo andare a parlare con i governi dei paesi africani e cercare un accordo per regolarizzare i flussi. I grandi paesi europei devono aiutare i piccoli paesi. Gli investimenti diretti ridurrebbero enormemente l’impatto economico che la gestione dell’immigrazione ha sulla nostra economia. Inoltre potremmo creare nuovi posti di lavoro, aiutare l’economia dei paesi africani e questo consentirebbe di ridurre anche i flussi”. Anche perché il rischio che i lavoratori che trovano un posto in Italia vengano sottopagati è concreto. “Bisogna andare avanti con l’introduzione del salario minimo e ciò sarebbe propedeutico anche a una revisione del reddito di cittadinanza. Recentemente sono stato ospite dei giovani industriali a Palermo e concordano con me nel dire che il reddito vada tolto o dato soltanto alle persone che veramente ne necessitano. Alcuni giovani preferiscono prendere il sussidio e poi fare qualche lavoretto in nero. Invece con un salario decente e la regola che se si rifiuta un lavoro si perde il beneficio, aumenta l’incentivo a mettersi in regola senza fare i furbetti”.
Tra i temi che l’imprenditore metterebbe nell’agenda dei partiti in campagna elettorale c’è sicuramente quello ambientale. “Parlare di ambiente mi sembra fondamentale, i rigassificatori ci vogliono, dunque facciamoli. Sulle rinnovabili abbiamo investito troppo poco, bisogna insistere per renderci sempre meno dipendenti in termini energetici da altri paesi. E investiamo anche sul nucleare, che produce energia pulita e non crea danni ambientali. Poi dobbiamo abituarci a riciclare la materia prima, convertire i rifiuti in energia. Non possiamo stare fermi su questi punti, non possiamo fermarci alle proteste di piccoli comuni o politici locali, o della burocrazia”.
“Penso che lo Stato – aggiunge Rosso – debba incentivare le aziende a destinare una parte degli utili nello sviluppo di opere a favore del sociale e del territorio, attraverso la defiscalizzazione. Dovrebbe essere obbligatorio per le aziende creare una fondazione e attraverso di essa restituire una parte delle risorse con attività non profit. Chi ha avuto più fortuna deve reinvestire parte dei profitti nel territorio. È una lezione che ho imparato da mio padre che mi ha sempre insegnato il valore della restituzione”.
Un’altra questione che non va assolutamente sottovalutata per l’imprenditore, è relativa a nuove leggi che permettano un maggiore accesso delle donne “che spesso – afferma – hanno una sensibilità e punti di vista diversi e migliori di quelli degli uomini, nei luoghi di lavoro e in posizioni di responsabilità. Bisogna aiutare le donne lavoratrici con iniziative concrete, nelle mie aziende ad esempio c’è l’asilo, credo dovrebbe esserci in tutti i posti di lavoro, per dare la possibilità a tutte le mamme di conciliare la famiglia con la vita professionale”.
Ultima considerazione di Rosso su Giorgia Meloni. “Finora ha fatto solo opposizione, troppo facile criticare senza dire come si possono risolvere i problemi. A mio parere ci vorrebbe anche una nuova classe politica con esperienza manageriale o di gestione alle spalle, che sappia tradurre in pratica nuove idee. Dobbiamo avere dei ministri competenti – conclude l’imprenditore nell’intervista a Repubblica – non possiamo più vedere cose come i banchi di scuola a rotelle”.