Mario Draghi la proposta di Enrico Letta e del Partito democratico di introdurre una patrimoniale per elargire bonus da 10mila euro a diciottenni provenienti da famiglie a basso reddito l’aveva già bocciata a maggio del 2021, quando il segretario dem l’aveva presentata la prima volta. “Non ne abbiamo mai parlato, non è il momento di prendere soldi ai cittadini ma di darli, siamo in recessione”: così, telegrafico, SuperMario bollò telegrafico l’uscita di Letta che nella primavera 2021 agitò la maggioranza chiedendo di inserire l’odiata tassa sui redditi più alti in bilancio. Richiesta rispedita al mittente.
Oggi l’Italia deve fare i conti con una grave crisi economica e sociale, che Draghi col suo governo ha cercato di arginare ricorrendo ad ogni sgravio fiscale possibile. Ma il peso, soprattutto dell’energia e dei carburanti, sulle tasche degli italiani è ancora enorme. E pensare di distribuire soldi ai giovani attraverso la reintroduzione della tassa di successione (una patrimoniale mascherata, ma pur sempre una patrimoniale) significa vivere scollati dal paese reale. Draghi a Letta lo aveva detto chiaro già un anno fa.
E’ pertanto grottesco che il segretario dem si riempia tanto la bocca con l’”Agenda Draghi” quando poi si batte per introdurre balzelli che l’ex presidente della BCE non considerava utili o necessari per la ripresa dell’economia. Al pari di Berlusconi che torna alla carica con l’insostenibile aumento delle pensioni a mille euro, Letta non resta indietro e rilancia con la patrimoniale. Proposte prive di visione, capaci solo di aumentare il debito pubblico italiano senza progetti di sviluppo