Il nemico del mio nemico è mio amico. Vedere Carlo Calenda in mezzo a Mara Carfagna e Mariastella Gelmini fa una certa impressione. Ancora di più sentirli parlare di “sconfiggere la destra”. Cosa che da nostro punto di vista da anche un po’ fastidio. Ma è un segno dei tempi drammatici che stiamo vivendo. Azione prosegue inarrestabile con la costruzione di un grande schieramento repubblicano e lo fa accogliendo i pezzi di quello che un tempo fu un grande partito liberale, Forza Italia, e che ora sembra andare in frantumi schiacciato dal peso dell’alleanza elettorale con le forze sovraniste di Salvini e Meloni. In un paese normale Calenda e Carfagna sarebbero avversari politici, nel nostro paese sono alleati. E non può che essere così, purtroppo, perché non possiamo più permetterci il lusso di scegliere tra socialismo liberale e liberalismo sociale. Tutte le forze liberali devono, o dovrebbero, convergere contro il populisimo che strizza l’occhio all’autoritarismo facendo vacillare le fondamenta della civiltà occidentale. Da FdI a ciò che resta del Movimento 5 Stelle si raccoglie la feccia più retrograda e antidemocratica del paese. Questa è la minaccia che va fermata, prima di poter tornare a parlare di tutto il resto. Vivissime congratulazioni a Carfagna e Gelmini per averlo capito, anche se magari un po’ troppo tardi. Tajani, se ci sei batti un colpo!