Mara Carfagna sceglie Carlo Calenda. Dopo aver lasciato, non senza amarezza, la Forza Italia che ha fatto cadere Draghi, il ministro per il Sud ha deciso di aderire ad Azione.
“La scelta più difficile, anche umanamente per la riconoscenza che devo a Silvio Berlusconi, è stata quella di lasciare FI – afferma il ministro – Il passo successivo è stato più semplice. Oggi formalizzerò la mia candidatura con Azione di Carlo Calenda, che rappresenta a mio giudizio l’unica proposta politica capace di salvare il Paese da una nuova stagione di estremismi”. Carfagna ha spiegato poi perché ha scelto proprio Azione. “Perché ha una proposta europeista, liberale, garantista, fedele al patto europeo e occidentale – spiega -, capace di dire la verità agli elettori, di prendere impegni seri e poi di rispettarli fino in fondo, e quindi in sintonia con tutto ciò in cui credo da sempre. Non ho scelto Azione per partecipare a un fronte ‘contro’ ma per dare una speranza a chi crede in questo Paese, nella sua possibilità di crescita, ed è stufo di irresponsabilità politica. Sono una persona pragmatica, per me la domanda è: qual è la soluzione più utile per costruire, nel prossimo Parlamento, un’area moderata capace di incidere sulle scelte di governo e di far pesare le ragioni dell’impresa, delle famiglie, dell’Italia stanca di salti nel buio? La risposta arriverà presto. La corsa ‘in purezza’ sarebbe bellissima e anche più facile, ma so bene che le regole del sistema elettorale non la aiutano”.
Anche Carfagna chiede a Mario Draghi un impegno rinnovato per la prossima legislatura. “Da cittadina vorrei avere Mario Draghi premier anche nella prossima legislatura, e i sondaggi ci dicono che oltre metà degli italiani, compresi tanti elettori del centrodestra, la pensa allo stesso modo – afferma -. Mi candido con Azione anche perché è il solo partito a dire apertamente che Draghi sarebbe ancora il premier ideale. Se questo non dovesse accadere, il nostro compito è continuare ad applicare il metodo di lavoro sperimentato fino al 20 luglio: pragmatismo, serietà, capacità di decidere”.
La stima con Berlusconi resta immutata, anche se c’è amarezza per il distacco, ma Carfagna lasciando Forza Italia si lascia dietro anche l’esposizione a continue critiche degli ormai ex compagni di partito. “Ho avuto una lunga conversazione con Berlusconi, che ha speso bellissime parole di apprezzamento per il mio lavoro, la stima reciproca rimane intatta – racconta l’ex ministro per il Sud -. Ma non potevo restare in un partito che, davanti a una scelta di crisi, tra salvare il Paese ed esporlo a un’ennesima avventura, prende la seconda strada senza neanche chiedere: quali sono i rischi per le categorie, per le imprese? Che succede al Piano di Ripresa se revochiamo la fiducia? Negli ultimi quattro anni ho cercato di bilanciare il peso dei partiti estremisti, ma le mie parole, le parole di chi ha militato nella prima Forza Italia moderata, europeista, liberale, volavano nel vento e spesso mi sono sentita isolata. Se fossi rimasta dopo la messa alla porta di Draghi avrei barattato la mia coscienza, le mie idee, con una poltrona. Non potevo”.
Per Carfagna la Meloni è un’incognita e Salvini troppo ambiguo sui rapporti con Mosca. “Prendere voti e governare sono due mestieri diversi, gli estremismi fanno bene il primo lavoro e fanno malissimo il secondo – attacca -. Le storie parallele del M5S e della Lega, votatissimi nel 2018 e poi naufragati dal Papeete in poi, ce lo confermano. L’Italia alle prese con la crisi del gas, l’Italia dove cala il potere di acquisto, della disoccupazione record, degli investitori che fuggono, ha bisogno di gente che sappia governare. Meloni sotto questo profilo è quantomeno un’incognita. Influenza russa nella crisi del Governo Draghi? Nel 2018, il Contratto di governo stipulato dalla Lega con i Cinque Stelle definiva la Russia ‘interlocutore strategico’x Le relazioni di Salvini e Meloni con Viktor Orbán, che in questo momento è una sorta di quinta colonna russa in Europa, non sono mai state interrotte. L’ambiguità è nei fatti, non è un’opinione, e ogni timore è fondato”.
In Azione Mara Carfagna ritrova molti suoi compagni di viaggio di Forza Italia. Come Gelmini, Cangini, forse Toti. E non esclude un’apertura a Renzi. “Potremmo fare una bellissima battaglia di coerenza e responsabilità insieme ai tanti amministratori sul territorio che hanno fatto questa scelta – conclude -. Renzi? Tutte le persone che hanno la stessa idea dell’Italia e della politica, in questo momento, dovrebbero stare dalla stessa parte”.