“Ho ascoltato gli interventi in Aula della Lega e di Forza Italia, apprendendo la volontà di non votare la fiducia al governo: esattamente quello che ha fatto il Movimento cinque stelle giovedì scorso. In un momento drammatico per la vita del Paese, mentre nel cuore dell’Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi. Forza Italia ha invece definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini”.
Mariastella Gelmini, ancora per poche ore ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, lascia Forza Italia. Resta fedele alla linea responsabile e fa quello che avrebbe dovuto fare da tempo di fronte alla subalternità che il suo (ormai ex) partito ha mostrato in questi anni rispetto alla Lega e Fratelli d’Italia. Vale a dire un centrodestra che ha consegnato il Paese al caos sfiduciando Mario Draghi. “Questa Forza Italia – ribadisce – non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito”.
Emblematico lo scambio di invettive tra le ministra e la senatrice azzurra Licia Ronzulli, la “prediletta” di Berlusconi che ha spinto per mesi per la rottura con Draghi e la federazione di Forza Italia con la Lega.”Contenta ora che hai mandato a casa il governo?” le ha gridato la Gelmini. “Vai a piangere da un’altra parte e prenditi lo Xanax” la risposta della senatrice berlusconiana, da sempre avversaria della ministra. Il livello del centrodestra italiano è ridotto a questo.