Oggi e domani si terrà a Sorrento “Verso Sud”, una sorta di Stati Generali del Mediterraneo o di Cernobbio del Mezzogiorno, organizzato dalla ministra per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna (insieme a The European House -Ambrosetti) con l’ambizioso obiettivo di aprire una “nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale” del Mare Nostrum. Con il saluto istituzionale di Sergio Mattarella, ci saranno Mario Draghi, nove ministri, sei governatori, l’eurocommissario Paolo Gentiloni e il presidente della Camera Fico, Pierre Moscovici e Arancha Gonzalez, Marco Minniti, Stefano Pontecorvo, ministri di Algeria, Portogallo, Grecia, i vertici di grandi banche e imprese, Mediocredito e Ferrovie, Msc Crociere e Adler, Coldiretti e Confagricoltura.
Un parterre de roi per parlare di economia del mare, corridoi energetici, turismo e competenze, infrastrutture e investimenti digitali, transizione verde. I protagonisti, insomma, ci sono tutti compresa la pioggia di fondi del Pnrr. Ma anche la guerra in Ucraina. “Gli obiettivi di questo forum sono tre – spiega Carfagna in un’intervista all’Huffington post – Il primo è molto pratico: presentare agli investitori internazionali non un vago progetto, non il solito libro dei sogni, ma la realtà che stiamo già costruendo con i fondi e i progetti del Pnrr. Il secondo è politico: evidenziare il cambio di passo di questo governo, che vede il Mezzogiorno non come ‘un problema’ ma come la possibile risposta ai problemi di crescita del Paese. Il terzo è il più ambizioso: il conflitto ucraino e tutto ciò che ne consegue, a cominciare dalla crisi del gas e dei combustibili, impone all’Italia di qualificarsi come hub dell’Europa nel Mediterraneo. Il nostro Sud può cambiare il suo destino: non più periferia dell’Unione ma punta avanzata degli interessi del Continente. Dobbiamo attrezzarci a svolgere questo ruolo”.
All’incontro ci sarà anche Draghi, reduce dal faccia a faccia con Biden alla Casa Bianca. “La divergenza tra Europa e Usa è molto enfatizzata – spiega la ministra – In realtà mi sembra che tutti gli attori in causa condividano una linea molto semplice: ogni mediazione va perseguita; sarà l’Ucraina a decidere cosa è accettabile e cosa no; l’Ucraina va sostenuta finché la Russia non si deciderà ad aprire una trattativa vera”.
Tra gli ospiti del panel energetico con Cingolani ci saranno il ministro dell’Energia di Algeri, il presidente della National Oil Corporation libica. “La diversificazione degli approvvigionamenti è fondamentale per costruire un più alto grado di indipendenza energetica. E anche qui il Sud può essere la soluzione. E’ a Sud che la produzione di energia solare, eolica e geotermica garantisce la resa maggiore. E’ a Sud la collocazione naturale dei nuovi rigassificatori per l’importazione di gas liquido dall’America e dal resto del mondo”, dice Carfagna; che aggiunge: “Gli equilibri politici europei sono destinati a diventare sempre più policentrici. La costruzione di un asse euro-mediterraneo, che sarà per esempio decisivo rispetto alle nuove rotte energetiche, non è una rivendicazione politica, ma una necessità strategica sia per fare fronte ai problemi, a partire da quelli migratori, sia per immaginare soluzioni innovative, come ad esempio un partenariato sulla sicurezza alimentare tra i Paesi dell’area mediterranea. Gli anni della pandemia e l’esperienza della guerra dimostrano che non esistono crisi globali che si possano fermare alla periferia dell’Ue. I problemi di qualcuno diventano, presto o tardi, problemi di tutti”.
Nel corso dell’intervista, la ministra affronta anche il tema “infrastrutture”, difinendolo “il capitolo più robusto” della Quota Sud del Pnrr.
“Sono previsti investimenti per 33,8 miliardi di euro, il 56,5% del totale. E’ vero, gli abitanti del Sud sono stati trattati finora come figli di un dio minore, ma è già cominciata un’altra storia. Ci sono colossali investimenti nell’alta velocità e nei collegamenti verticali e ‘trasversali’, ma anche nelle linee regionali, nei porti e nelle Zone economiche speciali, il “cuore” della nostra scommessa di sviluppo. Ci sono i 2,2 miliardi per le infrastrutture idriche, che si sommano ai 482 milioni già assegnati con il React-EU. È un esempio della complementarietà tra gli interventi del Pnrr e quelli delle politiche di Coesione, che rafforzano le misure del Piano e intervengono con risorse nazionali laddove non possiamo utilizzare le risorse europee, come sulle opere di viabilità stradale”. I collegamenti, infatti, sono complicati, “e anche per questo il problema della “distanza del Sud è quello che aggrediamo con maggiore energia. Tra i cantieri del Pnrr già aperti ce ne sono, ad esempio, due strategici: le linee di alta velocità tra Napoli e Bari e tra Messina e Catania. Investiamo per rendere più rapide connessioni diagonali, come la Roma-Pescara e la Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia, ma anche nel rinnovo degli autobus extraurbani e urbani, nelle ferrovie regionali, nella mobilità ciclistica: interventi attesi in molti casi da vent’anni che diventeranno realtà entro il 2027”.
Alla tavola rotonda conclusiva, parteciperanno Calenda, Meloni, Tajani, Letta, Conte. Non può non spiccare l’assenza di Salvini, che non ha tempo neppure per un video-collegamento. “E’ impegnato a Roma nella conferenza programmatica della Lega”, afferma Carfagna. “In Sicilia Salvini ha abbandonato il simbolo della Lega per il nuovo contenitore ‘Prima l’Italia’, potenziale embrione di federazione”. Carfagna ammette che la competizione per la leadership della coalizione, ora che le elezioni si avvicinano, “si è fatta più intensa e di sicuro non fa bene ai rapporti interni”. Quanto ad un “Draghi-bis” la ministra è scettica. “‘Grande centro’ è una formula usurata da molti tentativi rispettabili ma finiti male. Questa legge elettorale vincola il quadro politico italiano al bipolarismo, lo spazio per terze forze è davvero minimo”.