Il presidente del Senato Ignazio La Russa non festeggerà il 25 aprile, ma “loro non sono fascisti”.
È il caso di chiedersi chi rappresenti in Senato Ignazio La Russa: se stesso e la sua lungimiranza misurata nei centimetri del suo naso o gli elettori? Non istituzionale e “usurpativo” di un ruolo “super partes” risulta il manifesto rifiuto, da parte del neo presidente del Senato, di celebrare la prossima ricorrenza del 25 aprile.
Di fronte a questa presa di posizione non è superfluo ricordare che il 25 aprile ogni anno l’Italia commemora la liberazione del Paese dal governo fascista e dall’occupazione nazista. Ma, siccome è una festa conosciuta anche come “anniversario della Resistenza”, perché i partigiani dal 1943 contribuirono a liberare il Paese, il nostro presidente del Senato “boicotta” questa ricorrenza.
È il termine “partigiano” che non va giù. Il presidente del Senato, che “non è fascista”, così come non lo è l’attuale governo, pubblicamente dichiara che non parteciperà alla prossima ricorrenza del 25 aprile. Ignazio La Russa dimentica di ricordare – oltre che di “essere” super partes – soprattutto la storia dell’Italia, del cui Senato ha la presidenza. Non ha l’Italia il diritto e dovere di commemorare gli uomini valorosi che l’hanno liberata? Giorgia Meloni cosa ne pensa? Prenderà le distanze dalle dichiarazioni di parte di Ignazio La Russa? È auspicabile. Sarebbe sicuramente un buon inizio e siamo solo all’inizio.